I cinque giorni di Ronna McDaniel a NBC
McDaniel era stata assunta come opinionista dalla rete televisiva, ma è stata subito licenziata per una plateale protesta della redazione
A “Meet the Press”, uno dei programmi di punta della copertura domenicale di NBC News, è presente l’ex-Presidente del Comitato Nazionale Repubblicano Ronna McDaniel, da poco cacciata da Donald Trump per sostituirla con figure a lui più direttamente riferibili, come la nuora Lara. L’intervista che ne segue è molto lontana dallo stile giornalistico di questo periodo, un dibattito paritario tra idee avverse, ma è invece un attacco frontale della giornalista e presentatrice Kristen Welker a McDaniel. Il motivo è interessante: McDaniel è appena stata assunta da NBC come opinionista fissa, con possibilità di apparire sia nei programmi di NBC News sia della sua sorella MSNBC, di opinioni più liberal, al netto di un compenso di 300.000 dollari.
Il motivo per cui McDaniel, subito dopo essere stata cacciata dai piani alti del Partito Repubblicano, ha ricevuto questa offerta è l’idea degli editori di NBC che ci sia bisogno di diversità ideologica nella rete; la voce della donna sarebbe quindi stata essenziale per capire le dinamiche interne al Partito Repubblicano. Non dobbiamo dimenticare che è la stessa rete che, più o meno con le stesse motivazioni, ha assunto l’ex capo dell’ufficio stampa della Casa Bianca di Biden, Jen Psaki. A seguito di una rivolta interna della redazione, portata avanti non solo dietro le quinte, ma con attacchi frontali durante i programmi televisivi, pochi giorni dopo averne annunciato l’assunzione NBC ha risolto il contratto di McDaniel, che agirà per vie legali in modo da ottenere comunque il compenso per cui ha firmato.
Fin qui i fatti. Bisogna però analizzare come sia stato possibile non comprendere il sentimento di un’intera redazione verso un’assunzione di questo tipo, e perché questa si sia così platealmente schierata contro McDaniel e non contro altri conservatori che hanno popolato i programmi di NBC negli anni. Come ha spiegato il New York Times in un editoriale, si è consumata una battaglia giornalistica su come si vuole parlare dei fatti del 6 gennaio 2021, quando il Campidoglio venne assaltato da militanti trumpiani che contestavano il risultato elettorale. Il problema della redazione con le idee di McDaniel non erano legate all’ambiente o alla sanità, ma proprio con il modo che aveva avuto di trattare l’elezione del 2020. Ha supportato infatti le opinioni di Trump, sia a novembre e dicembre 2020, e ancora nel 2023 affermava che Joe Biden non aveva vinto le elezioni “in modo equo”.
Il punto che ne fa quindi la redazione è di pura integrità giornalistica: la professione prevede intervistare persone ritenute sgradevoli, anche titolari di idee che si vorrebbe eliminare dal dibattito pubblico. Lo spazio di intervista, però, come giustamente analizzato su “New York Magazine”, non va confuso con l’opinionismo a pagamento. Una rete non può permettersi di pagare le idee di una persona che ha strenuamente difeso tentativi anti-democratici per rimanere al potere, che hanno, in ultima analisi, portato a un tentativo di golpe. Quando persone con idee così radicalmente lontane dal processo democratico si lamentano che il giornalismo non tutela la diversità ideologica, la redazione di NBC ha dimostrato che questa non può essere l’obiettivo del giornalismo, dato che una persona che dice bugie non può avere lo stesso spazio di una che non le dice. Bene che ci siano conservatori in televisione, che rappresentino le loro idee sulla democrazia, ma bisogna tenere lontano chi la democrazia non la ha a cuore
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