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«Sono pazzo? Non so come si fa ad avere una vita sociale»: l’homeschooling in America
Un fenomeno riscoperto durante il XX secolo, come reazione al progressismo delle scuole pubbliche: che cos'è l'homeschooling oggi.
In un capitolo del libro L’educazione di Tara Westover, un caso editoriale mondiale degli ultimi anni, succede una cosa straordinaria. La protagonista alza la mano e, in un’aula gremita di studenti univeristari, afferma di non sapere cosa sia l’Olocausto. Il romanzo è autobiografico e racconta la storia dell’autrice, dall’infanzia fino a coprire tutto il periodo della formazione universitaria. Nel capitolo in questione Tara è seduta sui banchi del college a cui ha avuto accesso scrivendo un application di nascosto dalla sua famiglia. Perché la protagonista fino ad allora una scuola non l’ha mai frequentata. I banchi dell’università sono i primi su cui è seduta nella sua vita. È stata infatti istruita in casa, nelle zone rurali dell’Idaho, da suo padre e dalla sua famiglia, mormoni praticanti.
Il fenomeno dell’homeschooling esiste da decenni e alcuni elementi della sua storia raccontano molto di cosa sono gli USA oggi.
«Nel periodo coloniale si imparava a casa, l’homeschooling è rimasto un fenomeno dormiente nel XIX secolo, quando è nata l’istruzione pubblica negli Stati Uniti. Solo a metà del XX secolo l’idea è ritornata in voga. Un certo tipo di sottocultura liberale e hippie aveva paura dell’indottrinamento che i propri figli potevano ricevere nelle scuole pubbliche. Queste persone hanno quindi iniziato a educare i bambini a casa, seguendo i loro metodi. Sembrava un’idea molto progressista e l’obiettivo era liberare i minori dal modo istituzionalizzato di fare scuola» ci spiega Chris Lubienski, professore di Education Policy all’Indiana University.
«Negli anni Ottanta, quando Reagan è diventato presidente, il conservatorismo religioso ha conosciuto una forte rinascita nel nostro Paese. C’era molta insoddisfazione nei confronti della scuola pubblica. Erano stati approvati dei provvedimenti che stabilivano che non si sarebbe più potuto pregare a scuola o avere crocifissi sui muri delle classi. I cristiani evangelici hanno iniziato a ritirare i propri figli da scuola, oppure ad aprire i propri istituti privati. Il moderno homeschooling è quindi esploso quando i cristiani hanno abbracciato la pratica» continua Lubienski.
Leggere le storie degli “anonymous homeschoolers” che raccontano le proprie esperienze sui forum o su Redidt è un’esperienza complessa. I ragazzi raccontano le difficoltà nell'inserirsi nella vita sociale dei loro coetanei, una volta usciti di casa.
La maggior parte delle domande che circolano sono del tipo:
«Riuscirò ad essere un bravo genitore nonostante la mia esperienza con l’homeschooling?»;
«Com’è stata la vostra esperienza con gli appuntamenti e le relazioni amorose dopo essere stati educati a casa?»;
«Sono pazzo? Non so come si fa ad avere una vita sociale»;
«Chi altro ha dovuto realizzare “Hey, sono un adulto?”».
«Nel libro della Westover – prosegue il professore – viene fuori un tema molto importante, quello del disagio mentale dei genitori. La questione non è più l’educazione pubblica, ma il fatto che queste persone vogliono avere il controllo su tutto ciò che avviene nella vita dei propri figli. C’è una correlazione tra il disagio mentale e l’estremismo religioso. Le persone che hanno questo tipo di paranoia hanno paura del mondo al di fuori di casa loro e pensano che i loro figli debbano essere isolati, protetti».
La maggior parte degli Stati non raccoglie dati sul numero di studenti che vengono istruiti a casa. Questo rende impossibile determinare la cifra esatta di homeschoolers oggi, anche perché la regolamentazione del fenomeno cambia di Stato in Stato. Le stime più accurate sono quelle rilasciate ogni quattro anni dal National Center for Education Statistics (NCES), che include domande sull'istruzione domestica nel suo National Household Education Survey, condotto l'ultima volta nel 2015-2016.
«Non ci sono numeri. In molti Stati i bambini smettono semplicemente di andare a scuola e a nessuno importa di verificare il perché o che fine facciano. Spesso l’homeschooling diventa una copertura anche per esercitare violenza sui propri figli. Il problema diventa determinare quanto questa pratica sia spesso un modo per abusare indisturbati dei minori», dichiara James Dwyer, professore di Family Law alla William and Mary Law School.
Quando negli anni Ottanta l’homeschooling ha conosciuto il suo picco, c'era ancora una grande resistenza da parte dei local school officers e dei legislatori, che miravano a regolamentare il fenomeno. I conservatori religiosi si sentivano perseguitati e avevano paura che, tramite una legge, qualcuno potesse privarli del diritto di educare i propri figli in casa. Per rispondere a questi problemi nel 1983 nasce l’HSLDA (Home School Legal Defense Association), la più potente tra le associazioni legali che si occupano di difendere chi sceglie l’homeschooling. Quando l’organizzazione ha iniziato a operare, questa pratica era illegale in almeno 30 Stati. Nel 1993, dieci anni dopo la sua nascita, l’homeschooling diventa legale in tutti e 50 gli Stati americani.
«L’organizzazione – osserva Dwyer – è diventata enorme. Oggi l’HSLDA corre in aiuto di qualsiasi persona entri in conflitto con i local school district o con i servizi sociali locali su materie che riguardano l’home schooling. Inoltre si occupano di fare lobbying. Sono estremamente efficienti, hanno molti soldi, sono molto potenti e minacciosi. Se fai qualcosa che non piace all’ HSLDA sarai inondato di email, posta, telefonate, fino ad arrivare alle minacce di morte».
«Una cosa simile – conclude Lubienski – accade con l’NRA (National Rifle Association) e la questione delle armi. Entrambe le associazioni rappresentano una minoranza degli americani, ma sono così potenti perché sono organizzate benissimo. Sia la questione delle armi che l’homeschooling sono due fenomeni che continuano a non essere regolati per l’enorme potenza delle lobby e delle organizzazioni che difendono gli interessi di chi non vuole una legge che li limiti».
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