Halloween, una festa cattolica
Dietro le spaventose zucche si cela una storia tutta americana di immigrazione irlandese.
Halloween in Italia è spesso oggetto di accorate polemiche sull’opportunità di celebrare una ricorrenza che, almeno superficialmente, sembra lontana dalle nostre radici culturali. A volte viene invocata una certa diffidenza da parte della curia cattolica italiana verso questa festa dall’estetica tetra ed orrifica, piazzata proprio a ridosso delle solenni festività di Ognissanti e del Giorno dei Morti. Il rapporto del mondo cattolico statunitense con Halloween è tuttavia ben diverso, ed è fortemente legato alle origini culturali della festa.
All Hallow’s Eve, la vigilia di Ognissanti, viene portata in America dai migranti irlandesi a metà Ottocento in fuga dalla grande carestia che attanagliava il Paese. Altro non si tratta che una variante cristianizzata di un’antica festività celtica, il Samhain, che celebrava la memoria degli avi defunti tramite la distribuzione di libagioni e il guising, ovvero l’abitudine dei bambini di bussare alle porte delle case per ottenere mele candite e dolci.
La festa, diventata fondamentalmente una celebrazione cattolica irlandese, non è stata inizialmente bene accolta dagli americani di stirpe anglosassone ed estrazione puritana, già particolarmente ostili alle celebrazioni accorate del Natale, della Pasqua e di altre festività ritenute frivole ed empie.
Nonostante la forte influenza culturale degli irlandesi, Halloween diventa realmente popolare soltanto nell’immediato dopoguerra. Le condizioni del Baby Boom portano in pochi anni le aziende dolciarie a riorientarsi verso i bambini come mercato principale. In tale occasione, la consuetudine del “dolcetto o scherzetto” viene rapidamente adottata e strumentalizzata da colossi del settore quali Kellogg’s e dal produttore di aranciata istantanea Kool-Aid, che creano linee di prodotti a tema spettrale e adattate al clima della festa.
Nel 1983, sulla scia della crescente popolarità di Halloween, portata avanti anche dall’abitudine delle major cinematografiche di far uscire film a tema horror proprio durante la stagione di ottobre, nasce la catena di negozi di costumi stagionali “Spirit Halloween”, parte oggi di un business che in totale si aggira sui dieci miliardi di dollari annuali.
È forse l’eccessiva commercializzazione della festa l’unico vero punto di rottura tra le comunità cattoliche statunitensi ed Halloween: la versione ottocentesca della festa, tutta incentrata sulla necessità irlandese-americana di rinforzare i legami familiari e clanici anche nelle comunità immigrate, è gradualmente sfumata via. Alcune comunità cattoliche, non necessariamente ostili alla festa in sé, ma perturbate dal suo status attuale, hanno tentato di riportare Halloween alle sue radici celebrando in vario modo Harvest Day, feste del raccolto a tema religioso ispirate ad antiche ricorrenze cattoliche.
Non tutti i cattolici americani sono d’accordo con questo approccio diffidente del mondo secolare e timorato dell’estetica ‘occulta’ di Halloween. Il massiccio influsso di immigrati di origine latino-americana ed in particolare messicana a partire dagli anni Ottanta dello scorso secolo ha trasportato negli USA la ricca tradizione del Día de Los Muertos, che sposa bizzarri teschi colorati con la consueta celebrazione della memoria dei defunti e la cura delle cappelle e dei loculi ove ora riposano.
L’importante, secondo il parere dei sacerdoti, è saper ricordare che sia Halloween che il Día de Los Muertos non sono solo occasioni di divertimento, ma anche di rinnovo spirituale e di rafforzamento dei legami familiari, terreni ed ultraterreni.
L’approccio dei cattolici americani ad Halloween è, in fin dei conti, anche abbastanza moderato rispetto all’atteggiamento delle chiese protestanti evangeliche, che, prive di una tradizione consolidata di culto dei defunti, associano la festa semplicemente ai suoi elementi più oscuri e pagani.
In alternativa ai divertimenti “pericolosi” della notte di Halloween, diverse comunità evangeliche propongono le cosiddette hell house, percorsi interattivi che espongono i visitatori alle possibili conseguenze di una vita peccaminosa, dall’incipit fino alla condanna alla dannazione eterna.
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