Habemus Papam Americae Septentrionalis
In una convergenza storica in cui gli Stati Uniti hanno destabilizzato gli equilibri mondiali, l’elezione di un pontefice americano non sembra una coincidenza
La dottrina cattolica mantiene che a eleggere il Papa sia lo Spirito Santo per mano del Collegio Cardinalizio. Presumere troppe considerazioni di natura politica dietro l’elezione di un pontefice significherebbe ridurre a intrigo terreno un processo di ispirazione esclusivamente divina. Un buon compromesso è ammettere che le condizioni terrene e materiali in cui versa l’umanità al momento dell’elezione di un nuovo Papa influiscono sul divino che si manifesta durante il Conclave.
L’elezione del primo Papa statunitense, Leone XIV – al secolo Robert Francis Prevost –, sembra esemplificare questa dinamica, così come lo fece l’elezione del primo Papa polacco, Giovanni Paolo II, a una congiuntura fondamentale nel rapporto tra blocco occidentale e orientale durante la guerra fredda. In un momento storico in cui la presidenza di Donald Trump ha profondamente alterato la posizione degli Stati Uniti sulla scena globale, destabilizzando gli equilibri geopolitici mondiali, è difficile interpretare la scelta di un pontefice americano come mera coincidenza. Tanto più che, come scrive il New York Times, una scelta del genere “sfida il senso comune secondo cui l’elezione di un americano al pontificato è del tutto improbabile”, visto il peso enorme che gli Stati Uniti già esercitano nel mondo.
Leone XIV, però, non è stato eletto per intensificare ulteriormente l’influenza degli Stati Uniti. Al contrario, è ragionevole pensare che il Papa americano sia stato scelto per tenerla a bada, controbilanciarla, creare un canale di comunicazione produttiva con quel lato del mondo con cui è diventato sempre più difficile comunicare: ai tempi di Giovanni Paolo II era oltre della cortina di ferro, ora invece si trova al di là dell’oceano Atlantico.
Robert Francis Prevost è nato a Chicago nel 1955, figlio di un dirigente scolastico con antenati italiani e francesi già veterano della Seconda Guerra Mondiale nella Marina statunitense, e di una bibliotecaria con antenati spagnoli. Viene ordinato sacerdote nel 1982, nell’Ordine di Sant’Agostino. Per più di vent’anni presta servizio in Perù, diventando vescovo della diocesi di Chiclayo nel 2015. Papa Francesco lo ha creato cardinale nel 2023. Prevost parla fluentemente inglese, italiano, francese, spagnolo e portoghese, e ha passato buona parte della sua vita fuori dagli Stati Uniti e dal mondo occidentale.
Il fatto che sia stato nominato cardinale da Francesco fa presagire che Leone XIV non dovrebbe dipartire in maniera drammatica dal papato di Bergoglio, nella direzione di una maggiore inclusione della diversità all’interno della Chiesa e dell’apertura su certi temi sociali. Non è chiaro, tuttavia, se Prevost seguirà la linea del suo predecessore riguardo a omosessualità e transessualità. Il New York Times riporta che in un discorso del 2012, Prevost “ha lamentato la fomentazione, da parte dei media occidentali e della cultura popolare, di una ‘simpatia per credenze e pratiche in contrasto con il Vangelo’. Ha citato lo ‘stile di vita omosessuale’ e le ‘famiglie alternative composte da partner dello stesso sesso e dai loro figli adottivi’”. Inoltre, Prevost è stato criticato per aver gestito impropriamente le indagini relative ad accuse di abusi sessuali da parte di sacerdoti della diocesi di Chiclayo di cui era vescovo.
Allo stesso tempo, il nuovo Papa Leone XIV ha una lunga storia di missione e servizio a fianco di poveri e immigrati. Recentemente, ha condiviso su X articoli di critica alle politiche anti-migratorie di Trump e del suo vice J.D. Vance.
Nulla si può prevedere con sicurezza, in merito allo svolgimento del papato di Prevost, finché non assisteremo agli sviluppi della storia. L’unica certezza è che il nuovo Papa arriva dagli Stati Uniti nello stesso momento in cui dagli Stati Uniti sono arrivate destabilizzazione e incertezza, prevaricazione e prepotenza. Sembra proprio che lo Spirito Santo sia andato a prendere Leone XIV per contribuire al risanamento a partire dallo stesso punto dove qualcosa si è spezzato.