Gli Stati Uniti un anno dopo la fine di Roe v. Wade
Il 24 giugno 2022, la Corte Suprema statunitense ha abolito la Roe v. Wade, sentenza che dal 1973 garantiva il diritto all’aborto. Da allora, la giurisdizione in merito è passata ai singoli Stati.
Il 1973 è stato un anno storico per gli Stati Uniti, per via dell’approvazione della Roe v. Wade, sentenza che sanciva il diritto all’interruzione di gravidanza entro le 24 settimane dal concepimento. Precedentemente, il tema rientrava nella giurisdizione di ogni singolo stato. La decisione prende il nome da Norma McCorvey (alias Jane Roe) che, rimasta incinta del suo terzo figlio, insieme ad un team di avvocate, portò il suo caso in tribunale. Nel 1992, è poi stata approvata anche la sentenza Planned Parenthood contro Casey.
Lo scorso 24 giugno 2022, la Corte Suprema degli Stati Uniti (SCOTUS) le ha annullate entrambe, sostituendole con la Dobbs contro Jackson Women’s Health Organization poiché considerate incostituzionali. A oggi, dunque, non esiste più una legge federale che regoli l’aborto e, conseguentemente, ogni Stato ha applicato le proprie norme in merito. A un anno dall’abolizione, possiamo così riassumere la situazione di ogni paese grazie ad una mappa dettagliata fornita dal The New York Times:
14 stati hanno abolito tassativamente il diritto, senza eccezioni per stupro o incesto;
6 stati lo hanno abolito entro determinati periodi di gestazione;;
5 hanno posto temporaneamente un blocco al divieto;
6 continuano a garantire il diritto;
19 hanno introdotto nuove tutele per rendere l’accesso ancora più efficiente, vista la situazione frammentata all’interno del Paese;
Stati che hanno posto il divieto
In Alabama, Arkansas, Kentucky, Louisiana, Missouri, Oklahoma, South Dakota e Tennessee la gravidanza non può essere interrotta neppure in caso di stupro o incesto. L’ Idaho e il West Virginia, al contrario, garantiscono l’aborto per i motivi sopracitati, ma solo entro le sei settimane dal concepimento. Da agosto 2022 poi, i medici dell’Idaho non sono più incriminati se eseguono la pratica abortiva per proteggere la salute della paziente.
Per quanto riguarda il Mississippi, il diritto è garantito solo in caso di stupro; mentre il North Dakota consente la procedura entro le sei settimane dal concepimento sia per incesto che per stupro. In Texas e nel Wisconsin, tuttavia, le restrizioni sono ben più rigide. In Texas, infatti, in nessun caso è previsto l’aborto e i cittadini possono citare in giudizio sia coloro che eseguono la pratica abortiva, sia coloro che la richiedono trascorse le sei settimane di gravidanza. Lo stato del Wisconsin ha invece una propria legge dapprima che venisse approvata la Roe, che vieta l’interruzione di gravidanza in ogni caso.
Stati che garantiscono l’aborto entro dei limiti e stati che hanno temporaneamente posto il divieto
Alcuni Stati consentono la procedura solo entro dei limiti di gestazione specifici, talvolta troppo brevi. Tra questi, rientrano la Georgia, che garantisce la pratica solo entro le sei settimane dal concepimento, il Nebraska e il North Carolina entro le dodici, l’Arizona e la Florida entro le quindici e lo Utah entro le diciotto settimane.
Al momento, in Montana, Ohio, South Carolina e Wyoming, sono state temporaneamente bloccate le leggi che vietavano l’aborto ed è dunque possibile eseguirlo entro le 22 settimane. Fino a pochi giorni fa, l’Iowa rientrava invece tra gli stati in cui era consentito interrompere la gravidanza entro le 22 settimane. Tuttavia, il 14 luglio scorso, la Governatrice Repubblicana Kim Reynolds ha promulgato una legge con effetto immediato che vieta l’esecuzione della pratica trascorse le sei settimane di gestazione. Il 17 luglio, però, un giudice federale ha provvisoriamente sospeso l’entrata in vigore della nuova legge ed è pertanto nuovamente possibile abortire entro le 22 settimane.
Stati in cui è consentito abortire
Lo stato dell’Alaska ha riconosciuto il diritto ai sensi della propria Costituzione, mentre in Indiana l’aborto sarà nuovamente garantito entro le 22 settimane dal concepimento a partire dal prossimo 1 agosto. Anche il Kansas assicura l’interruzione di gravidanza entro le 22 settimane, malgrado non disponga di fondi a sufficienza per garantire la pratica a tutte le donne. In New Hampshire e in Virginia, invece, l’aborto è assicurato, ma non è tutelato da alcuna legge statale. Per quanto riguarda Washington D.C, l’interruzione è possibile per tutta la durata della gravidanza e una legge del 2023 protegge medici e pazienti da possibili cause legali.
Stati che hanno introdotto nuove tutele
In California, Colorado, Connecticut, Delaware, Hawaii, Illinois, Main, Maryland, Michigan, Minnesota, Nevada, New Jersey, New Mexico, New York, Pennsylvania, Rhode Island, Vermont e Washington, sono stati firmati disegni di legge volti a tutelare dalla giurisdizione degli altri stati coloro che richiedono o eseguono la pratica abortiva. Nel Massachussetts, stato in cui l’interruzione di gravidanza è garantita fino alle 24 settimane è stato sottoscritto un nuovo disegno di legge per tutelare coloro che prescrivono l’aborto farmacologico tramite telemedicina. Per quanto riguarda l’Oregon, nel 2022 è stato approvato un piano pari a 15 milioni di dollari per finanziare la procedura.
I diritti (non) sono uguali per tutte
In conclusione, in seguito all’abolizione della Roe, tutti gli Stati hanno agito secondo i propri credi e le proprie giurisdizioni. Ciò ha creato una situazione di grande disparità all’interno del Paese, dal momento che le donne cittadine degli Stati che hanno posto il divieto sono tuttora costrette a spostarsi altrove per poter interrompere la gravidanza. Tuttavia, non tutte sono in grado di percorrere la distanza prevista e, conseguentemente, molte di loro sono forzate a portare avanti una gravidanza non desiderata, pericolosa per la salute di gestante e feto e/o causata da stupri e incesti. Uno dei tanti casi riportati da CNN riguarda Victoria che, rimasta incinta a 45 anni, ha dovuto richiedere un permesso dal lavoro, viaggiare dalla Louisiana all’Oregon per poter prendere la pillola abortiva e ritornare a lavorare come se nulla fosse. Ciò nondimeno, dalla Louisiana e dal Texas i tempi medi per raggiungere la struttura più vicina si aggirano attorno alle 7 ore e dunque, per poter abortire, diventa necessario sostenere costi talvolta molto onerosi.