Quando la divisione della Germania portò il calendario dell’Avvento negli Stati Uniti
Come gli Stati Uniti hanno importato una tradizione messa a repentaglio dal Nazismo.
Il Calendario dell’Avvento, nella sua semplicità, è diventato ormai un simbolo del Natale in buona parte del mondo. Ventiquattro caselle da aprire, una per ogni giorno dal primo dicembre alla viglia di Natale, dietro le quali si celano piccole sorprese di ogni genere. Ormai un must, un fenomeno commerciale ancora prima che culturale, che diamo per assodato.
Così assodato che, come per tutte le tradizioni, non ci chiediamo nemmeno più da dove venga e dove abbia avuto origine. Eppure, la storia di questo simbolo natalizio non solo non è poi così antica, ma si intreccia con la lunga coda di eventi innescati dalla Seconda Guerra Mondiale. Con un successo planetario nato quasi fortuitamente sull’asse Germania – Stati Uniti.
Riavvolgiamo il nastro.
La tradizione del Calendario dell’Avvento sembra essere nata intorno alla metà del XIX secolo nella Germania protestante. Qui, le famiglie avevano sviluppato l’usanza di insegnare ai bambini a contare i ventiquattro giorni precedenti al Natale. Le tradizioni erano le più disparate: qualcuno leggeva un passo della Bibbia ogni sera, qualcun altro faceva dei segni con il gesso sulla porta di casa, altri ancora incollavano sulle pareti di casa ventiquattro immaginette a tema natalizio, una per ogni giorno.
Nel 1908, l’editore tedesco Gerhard Land ebbe un’idea che avrebbe segnato la storia del Calendario dell’Avvento. Da bambino, Land aveva ricevuto ogni avvento una scatola sulla quale sua madre aveva cucito ventiquattro motivi natalizi, dietro ognuno dei quali si nascondeva un biscotto, che il piccolo Gerhard poteva mangiare una volta al giorno. In memoria di quell’usanza, fece stampare il primo calendario dell'Avvento della storia, con ventiquattro caselle che potevano essere aperte e che contenevano delle immagini stampate. Fino ai primi anni Trenta, nonostante la Prima Guerra Mondiale, l’idea di Land si diffuse e venne copiata anche da altri editori.
L’avvento del Nazismo, tuttavia, non risparmiò nulla. Nemmeno il Calendario dell’Avvento. Mentre la maggior parte degli editori smise di stampare questi calendari, ad alcuni fu concesso il permesso, ma con un cambiamento radicale. Dietro ogni casella non dovevano più trovarsi regalini o simboli del Natale cristiano, ma simboli e storie educative d’impronta nazista. Tutto ciò portò a un declino del Calendario dell’Avvento, fino alla sua scomparsa per qualche anno.
Tuttavia, è proprio qui, dove la storia sembra finire, tra le ceneri della Germania rasa al suolo dalle bombe, che comincia l’ascesa mondiale del Calendario dell’Avvento. Un’ascesa cominciata a Stoccarda, nel territorio d’occupazione statunitense, e ancora una volta riconducibile al nome di un editore: Richard Sellmer.
Richard Sellmer era convinto che il Calendario dell’Avvento avesse un enorme potenziale. Tuttavia, nella Germania del dopoguerra divisa ancora in quattro zone d’occupazione, una delle misure più importanti e stringenti era quella relativa alla stampa.
Per evitare che gli organi di stampa diventassero covo di propaganda nazista nostalgica, le forze di occupazione, specialmente quelle occidentali, avevano delle regole particolarmente stringenti su quanto e cosa poteva essere stampato. Sellmer, che viveva nella zona d’occupazione americana, doveva quindi ottenere il permesso dalle forze di occupazione statunitensi di procedere alla stampa e successiva vendita del Calendario.
Quello che sembrava un ostacolo insormontabile – specialmente nei primi anni dell’occupazione le regole in materia di stampa e editoria erano particolarmente severe – si trasformò ben presto nella fortunata coincidenza che portò il Calendario dell’Avvento in tutto il mondo.
Nel 1946, Richard Sellmer ricevette il permesso dalle forze di occupazione americane di ristampare il calendario dell'Avvento. Per ottenere questo permesso, Sellmer dovette sottoporsi a lunghi controlli con le forze d’occupazione americane, che avevano il fine principale di accertare che Sellmer non avesse avuto legami con il partito e l’ideologia nazista.
I contatti che aveva preso durante questi lunghi e numerosi colloqui si rivelarono però molto utili. Infatti, diversi funzionari americani si interessarono al Calendario dell’Avvento, convinti che potesse essere interessante anche per i bambini americani. Così, a partire dagli anni seguenti, il suo permesso fu addirittura esteso per poter esportare il calendario negli Stati Uniti. Era una delle prime volte che un prodotto tedesco aveva nuovamente il permesso di varcare i confini nazionali ed essere esportato in un Paese estero.
Il successo fu immediato, anche grazie alle numerose fiere internazionali a cui Sellmer poté partecipare dall’altro lato dell’Atlantico. La definitiva consacrazione di questo simbolo negli Stati Uniti, e successivamente nel mondo intero, arrivò con una foto passata alla storia e con un protagonista di rilievo: il Presidente americano Dwight D. Eisenhower.
Nel 1953, tre generazioni della famiglia Eisenhower vennero fotografate insieme. La più giovane, quella dei nipoti del Presidente, stringeva tra le mani un Calendario dell’Avvento di fabbricazione tedesca (naturalmente dell’azienda Sellmer). Non era un Calendario qualsiasi, bensì il primo Calendario dell’Avvento della storia e il primo a ricevere l’autorizzazione alla stampa dalle forze d’occupazione americane in Germania: “die kleine Stadt” – la piccola città. Fu la rampa di lancio per il Calendario dell’Avvento negli Stati Uniti, ma anche di una felice e sincera amicizia tra le amministrazioni americane e la casa editrice Sellmer.
Anche il presidente Richard Nixon si fece fotografare con un Calendario dell’Avvento made in Germany. Qualche anno dopo, nel 1956, a “Miss Christmas-Town” – una sorta di miss America in salsa natalizia – fu dato in premio una visita alla casa editrice Sellmer a Stoccarda. Inoltre, posò con un Calendario per promuoverlo sui quotidiani americani.
In memoria della foto di Eisenhower e del legame con gli Stati Uniti, la Sellmer Verlag continuò a spedire ogni anno un particolare Calendario dell’Avvento alla Casa Bianca. Questa usanza fu particolarmente apprezzata da Bill Clinton, che volle scrivere una lettera di suo pugno per ringraziare la casa editrice dello speciale regalo ricevuto: un Calendario dell’Avvento degli anni ’50 che ritraeva la Casa Bianca.
Chissà se gli ufficiali americani che concessero l’autorizzazione alla stampa a Richard Sellmer potevano immaginare che, nelle pieghe della storia, avrebbero contribuito alla creazione di un mito e simbolo del Natale.
Non avendo una risposta, non ci resta altro da fare che continuare ad aprire le caselline dei nostri Calendari, pensando alla storia mirabolante e sconosciuta ai più di questo simbolo del Natale.
Ferdinando Alfieri è l’autore del podcast “Auf gut Deutsch!”, il primo podcast in lingua italiana dedicato a Germania, Austria e Svizzera. Oltre a interessarsi a cultura, storia e società dei paesi germanofoni, si occupa di marketing e comunicazione aziendale e istituzionale tra Italia, Germania e Austria. Se vi è piaciuto l’articolo, potete approfondire l’argomento nell’ultima puntata di “Auf gut Deutsch!”.
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