La galassia integralista cattolica americana
Come funzionano e chi fa parte delle organizzazioni integraliste cattoliche negli Stati Uniti: c'è anche una giudice della Corte Suprema, “ancella” di People of Praise.
La scioccante decisione della Corte Suprema di rovesciare Roe V Wade, la sentenza che tutelava il diritto costituzionale all'aborto nel primo trimestre, ha portato a incessanti discussioni sulla formazione dei giudici conservatori coinvolti nella decisione. L'ultima arrivata tra loro, Amy Coney Barrett, è famosa per le sue posizioni ferocemente originaliste che ha elaborato per la prima volta come membro dell'influente Federalist Society, ma anche per la sua adesione alla peculiare comunità cattolica nota come People of Praise.
People of Praise è un gruppo segreto, fondato dal diacono Kevin Ranaghan negli anni Settanta. Organizza sessioni di culto per i suoi membri nominalmente cattolici, che tuttavia includono molteplici elementi presi direttamente dal “cristianesimo carismatico” evangelico, come parlare in lingue o formulare profezie dopo presunte visioni divine. La gerarchia stessa di People of Praise è per lo più distaccata dal clero cattolico, con nessun sacerdote che abbia ruoli di supervisione sulle attività della comunità, e con un sistema di leadership che pone i "capi" informali della comunità al controllo.
Le poche donne leader sono considerate "ancelle" e i gruppi di preghiera e di discussione biblica nella comunità sono spesso segregati tra i sessi. Il gruppo è stato talvolta accusato di essere una sorta di setta, a causa della sua insularità e dell'apparente uso dell'ostracismo come strumento per regolare il comportamento degli aderenti.
Pur essendo solo una singola sfaccettatura del variegato mondo del cattolicesimo conservatore negli Stati Uniti, People of Praise non è il solo a adottare pratiche e stilemi che spesso possono apparire in contrasto con i dogmi della Chiesa romana o con lo stesso Pontefice. È il caso di Eternal Word Television Network (EWTN), fondata dalla suora e radiocronista Madre Mary Angelica nel 1980 e rapidamente diventata il network televisivo di riferimento per contenuti religiosi dedicati ad un pubblico cattolico.
Negli ultimi anni, EWTN ha progressivamente abbracciato posizioni allineate al cattolicesimo tradizionalista di buona parte della Curia americana, essa stessa spesso protagonista di vari conflitti con l'attuale Pontefice sull'interpretazione della fede e sulla possibilità di riforme epocali del dogma della Chiesa, come l'istituzione del celibato sacerdotale o la riammissione dei divorziati al rito della comunione. EWTN ha ospitato anche l’arcivescovo italiano Gian Mario Viganò, noto per il suo esplicito appoggio a Trump alle elezioni presidenziali del 2020 e per aver invitato più volte Papa Francesco ad abdicare.
Un posizionamento ideologico che negli ultimi tempi ha “flirtato” spudoratamente anche con il mondo legato all’alt-right, tramite ospitate multiple del maitre à penser della destra populista americana Steve Bannon e del blogger ‘anti-secolarista’ Robert Royal. Generò particolare scandalo la decisione del network di terminare il programma radiofonico ‘Morning Glory’ della speaker cattolica afroamericana Gloria Purvis: dopo la morte di George Floyd, Purvis aveva utilizzato il suo programma anche per discutere di problematiche relative alla lotta al razzismo, a volte scontrandosi con altri ospiti del network interessati a portare avanti una linea fortemente critica di Black Lives Matter ed altri movimenti per i diritti delle minoranze etniche.
Il cattolicesimo americano non è poi estraneo dal cosiddetto sedevacantismo, una frangia particolarmente radicale del tradizionalismo cattolico che arriva a considerare illegittimo il pontificato attuale, se non ogni pontificato a partire dalle riforme di ampio respiro fatte da Paolo VI. Tra i sostenitori del sedevacantismo spiccava Hutton Gibson, padre del più celebre attore hollywoodiano Mel, ed animatore di diverse comunità religiose ispirate a tale principio.
Gibson associava anche la perpetuazione di credenze antisemite e di teorie del complotto sull’Olocausto e l’undici settembre. Non è difficile pensare che il tortuoso rapporto tra Papa Francesco e l’ex Presidente Trump abbia accentuato ulteriormente il divario tra i cattolici di fede politica repubblicana e l’autorità romana, vista come distante e a tratti troppo modernista.
Negli Stati Uniti, la divisione politica tra gli aderenti alla chiesa cattolica spesso percorre linee etniche. La maggior parte dei fedeli di etnia bianca esprime un certo gradimento per il GOP, mentre gli ispanici cattolici rimangono fortemente simpatizzanti dei democratici. A segnare questa separazione nella comunità americana ci sono anche le priorità dei rispettivi gruppi: la classica lotta pro-life ed antiabortista per i cattolici di estrazione bianca, spesso italoamericani (altro gruppo fortemente repubblicano) contrapposta alla maggiore attenzione ispanica per il lato sociale dell’insegnamento della chiesa e l’accoglienza dei migranti e dei rifugiati dal centroamerica.
Un fenomeno già notato in passato dalla stessa campagna Trump, che ha puntato fortemente sul voto cattolico come leva per vincere gli swing states spingendo sui temi cari alla destra religiosa: aborto, guerra culturale, conservatorismo sociale. Come le chiese protestanti evangeliche di un tempo, il cattolicesimo di destra si accinge a diventare uno dei tanti pilastri del nuovo GOP populista, strizzando l’occhio anche a pericolosi eccessi quali quelli dell’influente giurista Adrian Vermuele, che si oppone apertamente alla separazione tra Stato e chiesa.