Frontierland: un mondo affacciato al confine tra Messico e Stati Uniti
L’evoluzione della migrazione, delle sfide e delle speranze lungo una linea di frontiera divisiva
Tra aride distese desertiche e le fredde acque degli oceani, si estende per più di 3000 km il confine tra Stati Uniti e Messico. Una frontiera che da sempre attira a sé un importante flusso migratorio, proveniente dal sud delle Americhe, e composto da persone in cerca di migliori opportunità economiche, sicurezza e una vita migliore, lontano da violenza e instabilità politica.
Insieme ai messicani, infatti, si uniscono migranti da El Salvador, Honduras e Guatemala, i tre Paesi che formano il cosiddetto "Triangolo del Nord". Questi migranti sono spesso spinti ad andarsene da livelli elevati di violenza delle gang, povertà estrema e governi corrotti che non riescono a fornire sicurezza o opportunità economiche ai loro cittadini[1].
Non finisce qui. Negli ultimi anni, il confine ha visto un'ulteriore diversificazione delle nazionalità dei migranti, con la presenza di indiani, cinesi e gruppi provenienti dall'Europa dell'est, a causa di vari fattori globali.
Questa miscela di nazionalità e background rende la situazione migratoria al confine tra Stati Uniti e Messico, estremamente complessa e variegata, trasformandola da fenomeno regionale a questione globale che riflette le crisi in diverse parti del mondo.
Nonostante sia storicamente un luogo di incontro e scambio culturale, il confine continua ad avere una natura divisiva: da un lato, il sogno americano, dall'altro, la realtà delle politiche migratorie restrittive, delle barriere fisiche come il muro di confine e delle operazioni di sicurezza che cercano di controllare e limitare i flussi migratori.
A dicembre 2023, sono stati raggiunti picchi record di immigrazione, mai visti prima in territorio messicano. Si sono registrati ben 250.000 migranti al confine solo negli ultimi trenta giorni dell’anno, superando il precedente primato di 224'000 a maggio 2022[2]. I numeri sono in costante aumento dal 2020, come conseguenza della crisi pandemica, che ha portato alla chiusura della frontiera messicana e al rallentamento delle migrazioni.
Con la fine del lockdown, il movimento migratorio ha riacquisito vigore e la U.S. Border Patrol (USBP), parte della U.S. Customs and Border Protection (CPB), è lo strumento attraverso cui il governo americano mantiene il controllo sugli ingressi clandestini negli Stati Uniti. Quest’agenzia federale è stata fondata con la missione di rilevare e prevenire l'ingresso illegale di persone e contrabbando, proteggendo le frontiere terrestri tra i porti di ingresso ufficiali [3].
I suoi agenti operativi riportano i dati sui migranti utilizzando il termine “encounters”. Con questo termine si fa riferimento a migranti fermati e tenuti in custodia negli Stati Uniti, in attesa di una decisione su una possibile concessione di asilo nel paese, oppure a espulsioni dirette. Quest’ultima pratica è diventata comune durante la presidenza Trump, soprattutto durante la pandemia di COVID-19, giustificando i rimpatri come misura per arginare la diffusione del virus.
Oggi, l’amministrazione Biden sta cercando di gestire questa situazione di “esodo dalla povertà” verso gli Stati Uniti [4]. Uno scenario che sta crescendo nel livello di tensione, diventando un nervo scoperto della campagna presidenziale di Joe Biden, che al momento è sotto stretta osservazione, in vista di novembre. Lo stato emergenziale, ha spinto Biden ad agire in modo drastico. Dopo la bocciatura da parte dei Repubblicani del decreto bipartisan proposto a inizio anno, il Presidente americano ha recentemente negato ai migranti la possibilità di fare richiesta di asilo, con conseguente espulsione per tutti i migranti che tentano l’accesso.
Una mossa, che tra le fila Repubblicane è stata definita ancora troppo moderata in confronto alle proporzioni dell’emergenza, ed è stata invece giudicata troppo drastica dai membri del Partito Democratico. Tra le voci di critica interne c’è quella di Jeannie Murray, Presidente del National Immigration Forum, che ha definito il provvedimento “una mossa troppo radicale”. Opinione condivisa anche da Pramila Jayapal, Presidente del Congressional Progressive Caucus e membro del Partito Democratico, che si è definita profondamente delusa dalla decisione presa di Biden[5].
Senza dubbio, la scelta di Joe Biden ha avuto un forte impatto soprattutto sulle autorità messicane, preoccupate per le conseguenze che potrebbero derivarne. In luoghi di frontiera come Tijuana, si teme un aumento di migranti per le strade della città, che impossibilitati a varcare il confine, affolleranno i rifugi, in attesa dell’apertura di un varco di accesso. Una tendenza che sembra destinata inevitabilmente a crescere.
In un periodo di forte cambiamento, anche il Messico sta attraversando una transizione politica, conseguente alla recente elezione del primo Presidente donna della storia del Paese: Claudia Sheinbaum. Sebbene in molti temono che la neoeletta proponga un proseguimento delle orme del suo predecessore Andres Manuel López Obrador, Sheinbaum ha promesso una svolta rispetto alle politiche che il Messico ha conosciuto finora. Il primo passo previsto è quello di un miglioramento nelle relazioni e negli scambi con gli Stati Uniti, allineandosi con alcune delle politiche di Biden[6]. Nello specifico, sul fronte migratorio, si prospetta una maggiore collaborazione per non lasciare solo il Messico, nella gestione dell’emergenza umanitaria in corso.
È ormai chiaro che le decisioni prese dalla politica messicana saranno fortemente influenzate dall’esito delle elezioni americane di novembre. In caso di conferma di Biden, la cooperazione con il Messico continuerà sulla linea annunciata da Sheinbaum. In caso di una rielezione di Donald Trump, è prevedibile un’aspra chiusura dei confini, contribuendo all'esasperazione della crisi.
Indipendentemente dal risultato, il futuro delle relazioni bilaterali sarà cruciale per affrontare le sfide comuni e promuovere la stabilità nella regione.
[1] https://www.migrationpolicy.org/news/border-numbers-fy2023
[2] https://www.pewresearch.org/short-reads/2024/02/15/migrant-encounters-at-the-us-mexico-border-hit-a-record-high-at-the-end-of-2023/
[3] https://en.wikipedia.org/wiki/United_States_Border_Patrol
[4] https://it.euronews.com/2023/12/25/una-carovana-di-migliaia-di-migranti-si-sta-facendo-strada-dal-sud-del-messico-agli-stati-
[5] https://www.bbc.com/news/articles/c7227y6nqzmo
[6] https://piazzalevante.it/claudia-sheinbaum-e-la-prima-presidente-donna-del-messico/