Flash #92: Usare l'autopenna per firmare una legge è costituzionale?
Trump condanna l'uso dell'autopenna da parte dell'amministrazione Biden. Di cosa si tratta?
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Questo settembre, Donald Trump ha inaugurato una walk of fame dei Presidenti alla Casa Bianca, corredata dei loro ritratti. Ha fatto molto discutere la sua scelta di includere, al posto di Joe Biden, la fotografia di un curioso dispositivo: un’autopenna.
Ma cos’è un’autopenna, e perché Trump e i repubblicani ne parlano così tanto?
L’autopenna è un dispositivo che riproduce una firma precedentemente registrata, consentendo al proprietario della firma di siglare documenti senza la sua presenza fisica. Tale dispositivo è l’evoluzione naturale del poligrafo, un macchinario molto apprezzato dal presidente Thomas Jefferson che permetteva la riproduzione simultanea con un braccio meccanico di una firma effettuata da un individuo.
In un report dell’Oversight Committee della Camera dei Rappresentanti, il Presidente repubblicano della Commissione James Comer ha dichiarato che, approfittando del declino cognitivo di Biden, i suoi collaboratori hanno abusato dell’autopenna per compiere decisioni senza il supporto del Presidente.
In due post su Truth Social, Trump stesso ha poi messo in discussione l’uso del dispositivo, sostenendo che non fosse autorizzato da Biden. Ogni documento firmato con l’autopenna, inclusi i tanto discussi provvedimenti di grazia ai membri del January 6th Committee, sarebbe dunque nullo.
Indipendentemente dal fatto che Biden ne fosse a conoscenza, però, l’uso dell’autopenna è stato generalmente ritenuto legittimo, nel breve utilizzo che ne è stato fatto. L’amministrazione di George W. Bush ha infatti richiesto nel 2005 un parere all’Office of Legal Counsel (parte del Dipartimento della Giustizia), domandando se la Costituzione, quando afferma che il Presidente deve firmare una legge per darle effetto, richiede una firma diretta fatta a mano e in presenza.
L’OLC ha risposto citando un principio della Common Law inglese (ritenuta una fondamentale base interpretativa della Costituzione, essendo il punto di riferimento dei padri fondatori): il Principle of Signatures stabilisce che, qualora un individuo autorizzi regolarmente un altro a firmare un documento, la firma dell’agente è giuridicamente equiparata a quella del titolare.
Il tema è tornato in discussione quando Barack Obama ha esteso alcune clausole del PATRIOT Act, firmando per la prima volta una legge con l’autopenna. C’è chi ha nuovamente dubitato della costituzionalità della procedura, come uno studio del Syracuse University College of Law che ha ritenuto necessaria la presenza del Presidente per un uso legittimo dell’autopenna.
Nonostante ciò, il precedente ha avuto seguito: si tratta infatti di una soluzione efficace per firmare documenti qualora il Presidente sia in trasferta e debba agire con urgenza, per esempio durante uno shutdown.
Se Trump quindi intende davvero cancellare gli effetti dei documenti firmati con l’autopenna durante l’amministrazione Biden, deve almeno dimostrare che l’utilizzo del dispositivo sia avvenuto a sua insaputa: al di là delle precedentemente citate dichiarazioni di James Comer, dunque, le prove necessarie non sono state ancora presentate.



