Flash #89: Chuck Schumer sotto tiro
Alla fine del più lungo shutdown di sempre, il leader democratico al Senato non ha ottenuto niente. Ora, molti suoi compagni di partito vogliono fargliela pagare

Dopo 43 giorni di blocco delle attività amministrative del governo federale, il 12 novembre scorso lo shutdown più lungo della storia è finalmente terminato. Per sei settimane, repubblicani e democratici si sono scontrati principalmente su un punto del bilancio federale: l’estensione dei sussidi dell’Affordable Care Act (la riforma sanitaria meglio conosciuta come Obamacare), in scadenza per milioni di americani. Come sempre, lo stallo è stato reso possibile dalla richiesta, nel Senato, di una maggioranza di 60 senatori su 100 per approvare la legge di bilancio. Dato che i repubblicani, contrari all’estensione dell’ACA, contano solo 53 membri del Senato, dovevano necessariamente trovare un compromesso con i democratici.
Questi ultimi, guidati dal leader di minoranza Chuck Schumer, si sono dimostrati battaglieri per quasi quaranta giorni, anche di fronte alla sospensione dello stipendio per milioni di dipendenti pubblici, lo stop allo SNAP (Supplemental Nutrition Assistance Program, un programma di assistenza alimentare per gli americani in stato di povertà) e la cancellazione di migliaia di voli per via dell’assenza dei controllori di volo. Poi, all’improvviso, tra il 9 e il 10 novembre alcuni senatori democratici hanno cambiato posizione, dicendosi disponibili a un dialogo, e la sera di lunedì 10 in otto hanno votato a favore di una continuing resolution per finanziare il governo fino al 30 gennaio. Per quanto riguarda l’Affordable Care Act, i democratici hanno ottenuto solo la promessa di tornare a votarlo al Senato a metà dicembre, ma non alla Camera.
“It’s a great day“, ha detto Trump, che dopo aver subito a lungo le conseguenze dello shutdown nei sondaggi, ha cercato di prendersi il merito della vittoria. I democratici, però, non sono d’accordo: per loro, la colpa è tutta del senatore newyorkese Chuck Schumer, lo stesso leader che li ha trascinati in questa lotta. L’idea di legare lo shutdown all’estensione dell’Affordable Care Act era sua, ma Schumer non è stato in grado di mantenere compatta la sua minoranza fino al raggiungimento di garanzie serie. Secondo alcuni, la scelta dei senatori “ammutinati” sarebbe pure una sua responsabilità: nessuno di loro dovrà affrontare una rielezione l’anno prossimo, e quindi con il loro voto avrebbero schermato gli altri senatori per concludere lo shutdown.
Nei giorni successivi, la base dem e un congruo numero di rappresentanti alla Camera si sono scagliati contro Schumer, accusandolo di non essere in grado di condurre la lotta che i suoi elettori vorrebbero contro Trump e il Partito Repubblicano. Questo caso sarebbe l’ennesimo esempio di iniziative a metà, come nel 2017, quando l’opposizione dem alla nomina di Neil Gorsuch alla Corte Suprema portò solo i Repubblicani a invocare l’“opzione nucleare” e a votare Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett con una maggioranza semplice, o nel 2022, quando i democratici cercarono di federalizzare le elezioni statali, venendo però traditi dal voto contrario dei senatori Joe Manchin e Kyrsten Sinema.
Ora, Schumer è diventato il bersaglio per tutti coloro che vorrebbero una lotta più dura contro il governo Trump. Dalla rappresentante Alexandra Ocasio-Cortez, che potrebbe puntare al posto da senatore di Schumer nelle elezioni del 2028, fino al governatore dell’Illinois JB Pritzker, la richiesta che avanza è di una leadership nuova, più giovane ed energica. Ma non aspettatevi novità a breve. Nonostante gli annunci, difficilmente qualcuno all’interno del Senato si farà avanti per sottrarre la leadership di Schumer, almeno finché questa sarà una leadership della minoranza. La sua è una posizione fragile, ma lo sarebbe ancora di più per un successore, che potrebbe non avere la stessa popolarità di Schumer con i suoi senatori.
Il prossimo appuntamento, quindi, è il 2026. Se i democratici, infatti, fossero in grado di raggiungere risultati migliori del previsto durante le elezioni di metà mandato, e ottenere così una nuova maggioranza al Senato, allora le voci che chiedono un nuovo leader potrebbero farsi più forti. Altrimenti, bisognerà attendere le elezioni del 2028, nelle quali si giocherà anche il posto di Schumer. Come accennato, Ocasio-Cortez potrebbe essere la sua nuova rivale, a meno che il leader dem non decidesse di ritirare la propria candidatura e di concludere, a 75 anni, mezzo secolo di carriera politica.


