Flash #83: Spencer Cox, l'altra faccia dei Repubblicani
Il Governatore dello Utah si è assicurato estrema attenzione mediatica con l'omicidio di Kirk, ma cosa rappresenta davvero Cox?

Ai funerali di Charlie Kirk in Arizona si sono presentati conservatori di ogni ordine e grado, compreso - non poteva certo mancare - il Governatore Repubblicano dello Utah, Spencer Cox.
All’alba dell’omicidio di Kirk, il 10 settembre scorso durante il suo intervento alla Utah Valley University, Cox è diventato il protagonista delle indagini oltre che volto dominante di una narrazione conservatrice alternativa, perché non MAGA: sostanzialmente l’opposto di Donald Trump che, durante le celebrazioni funerarie a Phoenix, ha dichiarato di non voler in alcun modo perdonare l’assassino del nuovo martire reazionario Charlie Kirk.
Oltre ad essere Governatore dello Stato in cui Kirk è stato ucciso, cosa rappresenta Spencer Cox?
Cox è asceso alla ribalta nel mezzo della pandemia da Covid-19, smarcandosi dalla platea repubblicana generalista con una campagna per il governatorato interamente basata sulla capacità di gestire una corsa elettorale civilmente: Cox, infatti, aveva registrato spot elettorali con l’allora candidato Democratico Chris Peterson e, pur trionfando sul rivale, nel corso del primo mandato da Governatore non ha virato verso una identità marcatamente Repubblicana e MAGA. Al contrario, Cox ha cercato di procedere per azioni moderate, arrivando anche a dichiarare pubblicamente di non aver votato per Donald Trump né nel 2016, né tanto meno, nel 2020.
Il Governatore ha puntato tutta la sua immagine e i suoi mandati sulla depolarizzazione e le vittorie bipartisan, soprattutto per quanto concerne temi come il diritto all’abitare e l’uso dei social media da parte dei giovanissimi.
Non si è fatta attendere, poi, la definizione di una vera e propria piattaforma politica di riferimento del Governatore, riassunta dallo slogan “Disagree Better” e lanciata da Cox nel periodo compreso tra luglio 2023 e luglio 2024, durante il quale ha anche ricoperto l’incarico di Presidente della National Governors Association.
L’iniziativa, fondata su una marcata critica indirizzata contro la polarizzazione e la dilagante incapacità di animare pacificamente opinioni discordanti, si è articolata in seminari, podcast, video informativi e ancora, spot bipartisan: anche per promuovere “Disagree Better”, infatti, Cox si è lanciato in un video promozionale con l’allora Governatore Repubblicano dell’Indiana, Eric Holcomb, e l’ex sindaco Democratico di Sullivan, Clint Lamb. Cox è riuscito, inoltre, a coinvolgere aziende e organizzazioni nazionali nel suo progetto volto ad abbassare la sempre elevata tensione politica.
L’agitazione su cui Cox ha costruito un'immagine e una carriera hanno finito per avere come epicentro il suo stesso Stato, non trovando - di certo - il Governatore impreparato: nelle ore successive all’omicidio di Kirk, Spencer Cox si è presentato come un vero e proprio pompiere intenzionato a domare il fuoco che il Presidente degli Stati Uniti stava cercando di alimentare dalla Casa Bianca additando immediatamente “la sinistra radicale” statunitense per l’accaduto. Pur definendo quello di Kirk un “assassinio politico”, Cox non ha mancato di comportarsi, nuovamente, in maniera bipartisan, ricordando il recente assassinio di una deputata Democratica del Minnesota e di suo marito, oltre che del tentato omicidio del Governatore della Pennsylvania Josh Shapiro (sempre Democratico) e, infine, l’attentato al Presidente Trump.
Secondo Cox, infatti, “la nazione è in frantumi” e per questo è necessario ricercare una via “per smettere di odiare i nostri concittadini americani”. Un messaggio tanto politico, quanto religioso: Cox, per l’appunto, si è sempre dichiarato guidato, anche nell’azione e nella teoria politica, dalla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni (i mormoni, ndr).
Se dal canto suo, Trump sta cercando di trasformare Kirk - senza particolare sforzo - in un’effigie di violenza politica, Cox preferisce citare l’attivista di destra empaticamente, anche per dare corpo proprio alle convinzioni politiche del Governatore, oltre che per dare un esempio di capacità di perdonare. Chi? Forse proprio Spencer Cox lo stesso Kirk, il quale si era scagliato più volte violentemente contro il Governatore chiedendo la sua espulsione dal Partito Repubblicano.
Un approccio, quello di Kirk contro Cox, che i Repubblicani più MAGA hanno sempre apprezzato: Steve Bannon, infatti, ha deciso di raccogliere il testimone di Kirk e di avviare un percorso di opposizione totale al Governatore, invocando indagini approfondite su Cox.
Le critiche a Cox non arrivano solo dagli stessi compagni di Partito, ma anche da chi non apprezza che alle parole non seguano fatti: una lunga analisi della reporter Stephanie Mencimer, infatti, mette in luce come nello Utah la violenza politica tanto criticata dal Governatore sia un risultato di un processo da lui stesso favorito: il gerrymandering. “Nello Utah” scrive Mencimer, “i Repubblicani hanno già trascorso 25 anni a schiacciare la capacità dei Democratici e degli Indipendenti di avere una voce significativa nella politica statale”.
Lo sforzo di predicare calma, tolleranza, e rispetto nelle differenze, dunque, non sembra avere particolare appeal al momento, né tra i Repubblicani più estremisti, né tantomeno tra i Democratici scontenti. Un profilo, comunque, da tenere monitorato per le potenzialità che rappresenta: quella di risvegliare eventuali Repubblicani moderati, scontenti della linea dura MAGA e che possano trascinare Cox verso l’obiettivo - ormai quasi evidente - del 2028.