Flash #71: il dibattito sulle auto elettriche in California
Washington ha impedito alla California di vietare tutte le autovetture non elettriche a partire dal 2035, ma lo Stato contesta la decisione
La scorsa settimana, attraverso l’utilizzo di una procedura legislativa contestata, il Senato ha votato per eliminare l’obbligo, a partire dal 2035, di vendita di veicoli solamente elettrici in California, voluto dallo stesso governo dello Stato. La procedura, il Congressional Review Act (CRA), permette ai legislatori di ribaltare regolamenti precedentemente adottati con un voto a maggioranza semplice: una procedura che l’ufficio regolamenti del Senato ha contestato, affermando che non si potesse applicare a questa casistica. L’Attorney General della California, Rob Bonta, ha già detto che ha intenzione di citare in giudizio il governo per l’uso di questa pratica.
Solitamente, la legge federale è sempre superiore a quella statale. L’intreccio tra California e ambientalismo, però, affonda le sue radici negli anni Sessanta, quando la California era lo Stato più inquinato del Paese. Nel 1967, infatti, gli Stati Uniti hanno concesso alla California, per via dell’alto livello di smog persistentemente registrato, di andare oltre gli standard nazionali di contrasto dell’inquinamento dettati dall’Agenzia federale per la protezione ambientale (EPA) e nel 1970 è stato varato il Clean Air Act, che lo specifica apertamente. Dato questo precedente, il governatore Newsom ha potuto imporre una roadmap per eliminare i veicoli a combustibili fossili dal mercato californiano, che prevedeva che le auto elettriche avrebbero dovuto costituire il 43 per cento delle vendite nel 2027, il 68 nel 2030 e successivamente la totalità a partire dal 2035 – percentuali accettate dall’amministrazione Biden nel 2022 e ora riconsiderata dal nuovo Congresso.
A opporsi a questa legge i produttori di petrolio, quelli di automobili, il Partito Repubblicano e anche alcuni deputati e senatori democratici. Alla Camera, infatti, oltre alla totalità dei repubblicani, 35 deputati dem si sono uniti nel voto. Alcuni di loro provengono da Stati che fanno del petrolio o dell’automotive una fonte importante di ricchezza; tra gli altri, hanno infatti votato in questo modo Henry Cuellar, del Texas, e Marcy Kaptur, dell’Ohio. Al Senato, l’unica democratica a votare insieme ai repubblicani è stata la rappresentante del Michigan Elissa Slotkin; questo perché, per il suo Stato di provenienza, il settore dell’automotive è centrale. Il solo divieto ai veicoli non elettrici in California sarebbe un grosso colpo per le aziende automobilistiche, che hanno fatto pressione perché il regolamento statale venisse abolito: la sola California, infatti, conta per l’11 per cento del mercato interno delle automobili. Se si conta poi che altri undici Stati avrebbero voluto seguirne l’esempio, approvando regolamenti restrittivi di simile portata, si sarebbe arrivati a una fetta di mercato del 40 per cento. L’Alliance for Automotive Innovation, gruppo lobbistico dei produttori di automobili, ha fatto sapere che il passaggio della legge al Senato era fondamentale per mantenere la competitività dell’industria.
Adesso il blocco al regolamento è sul tavolo del presidente Trump che, condividendolo, lo firmerà, dando inizio a una battaglia legale sulle prerogative statali rispetto al governo federale che si preannuncia lunga. La California non ha intenzione di cedere, così come segnalato dal senatore Adam Schiff, che ha detto che la legge riporterà la California alla dipendenza dal petrolio, e dallo stesso governatore Newsom, che ha parlato di un provvedimento che “renderà la California nuovamente inquinata”.