Flash #58: I conflitti legali tra Donald Trump e la California
Il Golden State si prepara ad affrontare in tribunale alcune decisioni controverse dell'amministrazione: ecco quali casi sono sul tavolo
La California si conferma un punto fermo per le speranze dei democratici di poter fare un’opposizione chiara e decisa all’amministrazione Trump, soprattutto alla luce dei suoi ordini esecutivi che non hanno mancato di suscitare discussioni e controversie legali.
Lo stato governato da Gavin Newsom, una delle figure più significative dei democratici, ha fatto sentire la propria voce soprattutto per quanto riguarda i provvedimenti contro le persone transgender e contro i bambini nati negli Stati Uniti ma da genitori stranieri.
Mercoledì 5 febbraio, il procuratore generale della California Rob Bonta ha rimarcato agli ospedali californiani e ai fornitori di servizi sanitari finanziati con fondi federali, il loro obbligo di attenersi alla legge antidiscriminazione vigente nello stato, fornendo cure per l’affermazione di genere a chiunque le richiedesse. Il procuratore ha anche inviato una lettera al Children’s Hospital di Los Angeles che, negli scorsi giorni, aveva iniziato a sospendere le terapie ormonali per tutti i pazienti al di sotto dei 19 anni.
Una battaglia, questa, che prosegue dalla fine dello scorso mese. Il 28 gennaio, Bonta, insieme ad altri 22 procuratori di stati a guida democratica, ha intentato una causa presso il tribunale federale, per fermare i tentativi del Governo di congelare i finanziamenti già pre-approvati dal Congresso. Tre giorni dopo, il tribunale ha emesso un ordine restrittivo temporaneo (TRO) che proibisce alle agenzie federali di “intraprendere qualsiasi azione che possa mettere in pausa, cancellare, bloccare, congelare o tagliare tali finanziamenti”. Lo stesso Dipartimento di Giustizia, in una comunicazione inviata alle agenzie federali, ha detto di volersi attenere a questo provvedimento.
Sempre alla fine del mese scorso, l’American Civil Liberties Union della California meridionale ha intentato una causa contro l’ordine esecutivo che mira a privare della cittadinanza di nascita (protetto dal quattordicesimo emendamento) i bambini figli di genitori, che al momento in cui erano nati, non erano cittadini americani o avevano un visto provvisorio. Anche in questa circostanza, è stata fatta un’ingiunzione parallela che ha visto la partecipazione di tutti e 22 gli stati democratici.
“Questi bambini non potranno essere naturalizzati o ottenere la cittadinanza da un altro Paese - ha detto in una conferenza stampa il procuratore della città di San Francisco David Chiu - Vivranno sotto la costante minaccia di deportazione e, crescendo, non potranno lavorare legalmente o votare. Avranno una capacità limitata di viaggiare e avranno difficoltà ad accedere all'assistenza sanitaria”.
Contemporaneamente, il procuratore Rob Bonta ha presentato una causa presso un tribunale federale. Questa reazione sta dando vita a una lunga battaglia legale tra democratici e repubblicani su un programma che mira a rivedere le politiche di genere e la politica di immigrazione negli Stati Uniti.
Lo scontro tra California e Trump si sta riproponendo in questa seconda legislatura, seppur ad oggi con meno forza, data la necessità di cooperare con la Casa Bianca per far fronte ai danni causati dall’incendio che ha colpito Los Angeles. Nonostante questo, più passa il tempo più le intenzioni sembrano quelle di tornare ai rapporti conflittuali del 2016.
Nel corso della prima amministrazione del tycoon newyorkese, infatti, i funzionari della California hanno fatto causa al governo federale 123 volte, vincendo due casi su tre. I leader democratici si stanno preparando da prima che Trump entrasse in carica, raccogliendo testimonianze e accantonando decine di migliaia di dollari per le battaglie giudiziarie che si profilano all’orizzonte. Il secondo round è appena iniziato.