Flash #48: La morte di Brian Thompson scuote il mondo assicurativo sanitario
L’omicidio del CEO di UnitedHealthcare per le strade di New York ha riaperto il dibattito sulle compagnie assicurative americane
Lo scorso 4 dicembre, intorno alle 6.45 del mattino, il CEO di UnitedHealthcare Brian Thompson è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco davanti al New York Hilton Midtown a Manhattan. Un omicidio – di questo gli investigatori non hanno mai avuto alcun dubbio – che non sembra per nulla casuale.
Il presunto assassino, Luigi Mangione, catturato il 9 dicembre in un McDonald’s di Altoona in Pennsylvania, si è semplicemente tenuto a una distanza di sei metri da Thompson, incappucciato e mascherato, colpendolo almeno un paio di volte con una 9 mm sulla schiena e il polpaccio, dandosi poi alla fuga su una bicicletta elettrica. Dalla ricostruzione degli inquirenti, Mangione avrebbe pianificato ogni singola cosa: è arrivato a New York con un autobus il 24 novembre, mezzo usato anche per andarsene dalla città. Ha alloggiato in un ostello per dieci giorni usando un’identità finta e pagando in contanti. Ha avuto l’accortezza di non farsi mai riprendere perfettamente dalle telecamere e, dal video ripreso da una telecamera a circuito chiuso, dimostra buona abilità nello sparare. La caccia all’uomo è durata poco meno di una settimana e, nonostante il grande dispiego di forze di polizia, il presunto killer si è fatto beccare da un impiegato della catena di fast food, che l’ha riconosciuto dopo aver visto un fermo immagine.
Questo caso di cronaca nera ha tenuto – e sta tenendo – con il fiato sospeso gli americani, riaccendendo il dibattito, di cui vi abbiamo raccontato spesso, sulla sanità americana privata e il lucro smodato – talvolta fraudolento – che le compagnie assicurative fanno sulla salute dei cittadini statunitensi. L’indebitamento per le spese mediche è infatti una delle principali cause per cui negli Stati Uniti si perde la casa, e spesso le compagnie assicurative negano i rimborsi sanitari ai loro assicurati con piccoli cavilli e – ultimamente – tramite l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
Per contesto, UnitedHealthcare è una sussidiaria della multinazionale sulle assicurazioni sanitarie con sede in Minnesota, UnitedHealth Group, che copre 49 milioni di americani, con entrate per 281 miliardi di dollari secondo i dati fiscali del 2023. Brian Thompson era CEO dall’aprile 2021 e non era un personaggio particolarmente apprezzato. Prima di tutto, lui e altri dirigenti stavano affrontando una causa legale per insider trading, dopo aver venduto milioni di dollari in azioni da loro possedute prima che il loro valore crollasse a causa di un’indagine federale che non era stata resa nota agli investitori. In secondo luogo, Thompson era stato criticato dalla American Hospital Association per il modo in cui UnitedHealthcare rifiutava i rimborsi per casi non critici trattati in pronto soccorso; è stato reso noto inoltre che la compagnia utilizza dallo scorso anno un modello di IA con un margine di errore altissimo (90 per cento) per gestire i rimborsi, che finiscono spesso rifiutati.
Le azioni di Thompson legate a UnitedHealthcare, sono state subito collegate al plausibile movente dell’omicidio, dato che, secondo la moglie di Thompson, Paulette, il CEO aveva già ricevuto minacce di morte. Anche il dettaglio sconvolgente del ritrovamento sulla scena del crimine di tre bossoli, insieme a tre cartucce invece non sparate dall’assassino, su cui erano incise le parole “delay” (ritardare), “deny” (negare) e “depose” (destituire), fanno a tutti gli effetti pensare a una vendetta. L’ultima cartuccia, quella con depose, era su uno dei colpi sparati a Thompson, mentre “delay” era su una di quelle non sparate, espulsa dal tiratore per inceppamento o intenzionalmente. Delay, deny, defend è una strategia nota nel mondo delle assicurazioni sanitarie per evitare di pagare gli assicurati. Depose sembrerebbe essere un modo simbolico per indicare la destituzione di Thompson a CEO per sempre.
La reazione immediata prima di conoscere l’identità dell’assassino, specialmente di una parte del mondo progressista, è stata tutt’altro che dispiaciuta. Alcuni, sui social, hanno salutato l’azione dell’uomo misterioso come quella di un eroe popolare. Tuttavia, nella giornata del 9 dicembre, Mangione si è rivelato tutt’altro che un eroe popolare progressista: rampollo di buona famiglia, studente di una Ivy League, la Penn University, molto vicino all’ambiente alt-tech (alla Elon Musk, per intenderci) e con una particolare ammirazione per Ted Kaczynski, meglio noto come Unabomber, Mangione sembra più l’idolo di una destra reazionaria che altro. Per questo ancora non si trova una spiegazione sul suo gesto, nonostante la polizia gli abbia trovato addosso un manifesto di due pagine sulle frodi delle assicurazioni sanitarie con su scritto «Dovevo farlo. Questi parassiti se la sono cercata», insieme alla pistola fantasma stampata con una stampante 3D. Si specula che Mangione avesse interrotto i rapporti con la famiglia e il suo astio verso il sistema sanitario si fosse acceso in seguito a un’operazione alla schiena non andata benissimo, o forse dopo la brutta esperienza di un parente.
Speculazioni a cui la polizia troverà forse una risposta, mentre il mondo dei social è spaccato a metà, confuso, in una quasi convulsiva voglia di conoscere qualcosa di più su questo giovane di 26 anni, le sue motivazioni e il suo crimine a sangue freddo. Il dibattito serio sulle assicurazioni private e il lucro sulla vita delle persone, però, non hanno guadagnato nulla se non ancora più sangue e troppa strumentalizzazione.