Flash #42, Georgia, sospesa la nuova legge sul conteggio manuale
A pochi giorni dall’election day la corsa alla Casa Bianca entra nel vivo con le votazioni anticipate, che in Georgia hanno coinvolto quasi mezzo milione di elettori, superando i record del 2020
Con l’avvicinarsi dell’election day del 5 novembre, la battaglia per la corsa alla Casa Bianca si fa sempre più infuocata. Un primo atto verso l’elezione del futuro Presidente degli Stati Uniti è rappresentato dalle votazioni anticipate, recentemente tenutesi in diversi Stati americani.
Il sistema del voto anticipato consente di esprimere la propria preferenza elettorale prima del giorno ufficiale delle elezioni. Ciò permette da un lato di evitare code e assembramenti nel giorno prestabilito e, dall’altro, di aumentare la partecipazione al voto, coinvolgendo tutti quei soggetti che per motivi personali o di salute non potrebbero votare il 5 novembre.
Fra gli Stati che consentono questa possibilità c’è la Georgia, uno degli Stati considerati in bilico, dove le votazioni anticipate si tengono dallo scorso 15 ottobre. Ricordiamo che, alle scorse elezioni, lo stacco è stato di soli 12.000 voti in uno Stato che conta quasi cinque milioni di elettori. Le votazioni anticipate hanno visto alle urne quasi mezzo milione di elettori, superando di gran lunga il già precedente record del 2020.
Tuttavia, la battaglia elettorale non si esaurisce semplicemente nelle votazioni. In Georgia, infatti, negli ultimi anni sono state approvate una serie di riforme elettorali più o meno controverse. Fra queste, l’attribuzione di maggior potere ai consigli locali; regole più rigide nel voto per corrispondenza; o, ancora, la necessità di un controllo manuale sui risultati elettorali. Proprio quest’ultimo provvedimento è stato recentemente oggetto di sospensione da parte di un giudice della Georgia.
Tale riforma, voluta dal comitato elettorale della Georgia la cui maggioranza è di stampo repubblicano, prevede un nuovo controllo manuale sulle schede elettorali che, ad oggi, sono già raccolte e conteggiate in maniera automatica. Il voto in Georgia avviene in modalità elettronica: la preferenza viene espressa attraverso un’apposita macchina elettronica che stampa, poi, una ricevuta cartacea verificabile dall’elettore. La scheda viene quindi inserita in una macchina per la scansione e il conteggio.
La riforma elettorale mira ad aggiungere, quindi, uno step successivo diretto al controllo di corrispondenza fra le schede e i risultati automatizzati. Un passaggio, almeno sulla carta, diretto ad aumentare la sicurezza e la certezza dei risultati elettorali. Un elemento di incertezza e lentezza, invece, per i suoi detrattori che fornirebbe, inoltre, ulteriori possibilità di negare le certificazioni.
Il giudice, sospendendo l’applicazione di tale riforma, evidenzia come la stessa avrebbe inevitabilmente portato alla confusione e che tutto ciò che potrebbe portare all’incertezza o al disordine elettorale va contro il popolo.
Tutte queste riforme, così come i provvedimenti conseguenti, riflettono la tensione fra il diritto di voto e i tentativi di prevenire errori o frodi in Stati, come la Georgia, divenuti cruciali per l’esito elettorale.