Flash #14: l’inflazione sarà l’ago della bilancia per le elezioni di novembre
L’economia americana continua a crescere, ma un tasso di inflazione più alto del previsto potrebbe mettere in discussione il secondo mandato di Biden.
Source: GoodFon.com
La scorsa settimana il dollaro ha registrato la sua migliore performance dal settembre 2022: l'aumento dell’inflazione dei prezzi al consumo negli Stati Uniti di questi giorni ha portato dunque i trader a investire maggiormente sulla possibilità che la Federal Reserve possa applicare anche un solo taglio dei tassi di interesse in tutto l’anno. Il dollaro è inoltre considerato un bene rifugio a cui guardare nei momenti di incertezza geopolitica come quelli di oggi, e questo potrebbe danneggiare i Paesi che vogliono ridurre i propri tassi di interesse senza svalutare la propria valuta locale o aumentare i prezzi.
Gli Stati Uniti continuano dunque a crescere. Secondo il Dipartimento di Commercio, l’economia statunitense ha creato più di trecentomila nuovi posti di lavoro nel mese di marzo. Sotto la guida di Biden, gli Stati Uniti hanno aggiunto più di quindici milioni di posizioni lavorative a fronte di un tasso di disoccupazione che non ha mai superato il quattro percento (la striscia più lunga degli ultimi cinquant’anni). Il PIL e la ricchezza personale sono aumentati in tutto il Paese, con l’industria retail e manifatturiera in vetta ai diciotto settori che hanno contribuito a questa crescita. I salari continuano ad aumentare: secondo gli ultimi dati dell’U.S. Bureau of Labor Statistics, nel 2023 gli stipendi dei cittadini statunitensi hanno avuto un rialzo del 4.3%.
I dati da considerare con più attenzione sono quelli dell’inflazione: il primo trimestre dell’anno ha evidenziato un tasso di inflazione al 3.5%, quasi il doppio dell’obiettivo che la Federal Reserve aveva fissato. In un contesto del genere, sebbene l’economia del Paese stia vivendo una fase molto positiva, Biden e il Partito Democratico sarebbero costretti a fare i conti con l’opinione dei cittadini, che li vede meno adatti a gestire una situazione economica emergenziale rispetto a Trump. Nel 2022 l’inflazione ha superato i nove punti percentuali, complice anche la ripresa dal periodo pandemico: siamo lontani da quei momenti ma i prezzi al consumo statunitense sono saliti del 19% da quando Biden ha cominciato il suo mandato. Il costo della benzina è più alto rispetto al governo precedente: sotto Trump un gallone di benzina, unità di misura americana equivalente a quasi quattro litri, arrivò a costare poco meno di tre dollari al gallone, mentre meno di due anni fa un gallone di benzina raggiungeva i cinque dollari. I prezzi ora sono più contenuti ma comunque in rialzo.
In altre aree, l’inflazione continua a regredire: i prezzi dei beni alimentari sono stabili da due mesi, così come i costi degli affitti, mentre gli arredi e i suppellettili per la casa sono addirittura più economici di prima. L’inflazione è sempre alta, parte dei cittadini fatica a tenere il passo, ma l’aggregato di tutte le componenti economiche in campo è positivo: «Un'economia che cresce lentamente ma con un tasso di inflazione che avanza rapidamente sarebbe quello che dovrebbe tenerci svegli la notte» ha affermato Edelberg dell'Hamilton Project. Gli Stati Uniti non stanno vivendo infatti niente di tutto ciò e un possibile taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve nei prossimi mesi dell'anno non farebbe che rendere ancora migliore un momento economico già grandioso del Paese americano.