Flash #11: Gli Stati Uniti banneranno davvero TikTok?
La Camera ha votato a larga maggioranza per la vendita di TikTok a un investitore americano. Cosa succede adesso?
Mercoledì la Camera ha approvato una proposta di legge che bannerebbe TikTok dagli Stati Uniti. Se la legge passasse al Senato e se sarà firmata dal Presidente Joe Biden, ByteDance avrà sei mesi di tempo per vendere TikTok a capitali occidentali o sarà rimossa dagli app store. Le preoccupazioni riguardo all’influenza del governo cinese negli Stati Uniti sono condivise dai politici del Partito Repubblicano e Democratico: la proposta era stata presentata dal deputato Repubblicano Mike Gallagher e dal Democratico Raja Krishnamoorthi ed è stata approvata con una larga maggioranza: con 325 voti favorevoli e 65 contrari, ben oltre i 290 voti favorevoli necessari.
Questa decisione può costare molto a TikTok, ma anche all’economia indotta americana. L’app, infatti, ha cambiato radicalmente l’economia americana in molti settori. Vietarla avrebbe un impatto enorme sul mercato dell'e-commerce, in piena espansione per grandi marchi e piccole imprese. TikTok è diventato il principale protagonista dell'ascesa del cosiddetto social commerce, in cui gli algoritmi spingono prodotti altamente personalizzati in base agli interessi dei singoli consumatori, nonché dello "shoppertainment", in cui gli annunci pubblicitari si fondono perfettamente con i contenuti di intrattenimento. Non solo, è diventato anche uno strumento di comunicazione politica, creando un cortocircuito: molti Democratici si sono iscritti all’app per arrivare alla Gen Z, nonostante sostengano il ban.
Inoltre TikTok è diventato anche una grande fonte di notizie negli Stati Uniti: secondo Pew Research, un terzo degli adulti di età inferiore ai 30 anni dichiara di ricevere le notizie dalla piattaforma. Il governo cinese esercita un controllo significativo sulle aziende che operano nella sua giurisdizione, potendo anche obbligarle a consegnare qualsiasi dato relativo alla sicurezza nazionale. Ciò crea il potenziale per l'utilizzo di TikTok da parte della Cina per la raccolta di informazioni straniere, sebbene non vi siano prove che i dati commerciali degli utenti di TikTok siano stati utilizzati in questo modo.
Rimane la domanda su quale sarà la risposta cinese. Pechino ha sempre provato a distanziarsi dalla questione TikTok, ribadendo che ByteDance è una società privata che conta 170 milioni di utenti in tutti gli Stati Uniti. Tuttavia, giovedì pomeriggio il portavoce del Ministero degli Esteri Wang Wenbin ha dichiarato che Washington sta dimostrando «una logica da rapinatori», aggiungendo che «quando si vedono le cose belle degli altri, si deve trovare il modo di possederle». La decisione della Camera è il culmine della lotta tech tra Cina e Stati Uniti e TikTok è l’elemento più pop, il più visibile, ma è appena la punta di questo iceberg. Un altro paradosso che si sta verificando riguarda Donald Trump. Se durante la sua presidenza aveva dichiarato guerra a Pechino e all’app di ByteDance, adesso la sta difendendo, a svantaggio di Facebook.
Il futuro dipenderà dal voto del Senato, se ci sarà un ban totale la questione rimarrà aperta. Il divieto a livello nazionale di un'applicazione o di un sito web è un argomento ancora nuovo per gli Stati Uniti, anche se negli anni ci sono stati dei precedenti sia a livello statale che federale. L'anno scorso lo Stato del Montana ha approvato una proposta di legge per vietare TikTok, imponendo anche la sua rimozione dagli app store accessibili dall'interno dello Stato. Tuttavia, la legge è stata bloccata da un giudice federale a novembre, prima che entrasse in vigore il 1° gennaio. Il Montana ha presentato ricorso contro la decisione. Anche fuori dagli Stati Uniti ci sono stati diversi tentativi di bloccare TikTok. L'India ha vietato la piattaforma a metà del 2020, togliendo a ByteDance uno dei suoi maggiori mercati, sostenendo che trasmettesse segretamente i dati degli utenti a server esterni all'India. Altri Paesi ed enti governativi - tra cui il Regno Unito, l'Australia, il Canada, il braccio esecutivo dell'Unione Europea, la Francia e il Parlamento della Nuova Zelanda - hanno vietato l'applicazione dai dispositivi ufficiali.
Quando però si parla di situazione complesse, come i rapporti tra Cina e Stati Uniti, è importante anche ipotizzare situazioni creative, che cerchino una terza via che non sia il ban o lo status quo. Quando Google decise di lasciare Pechino, alla fine si fermò a Hong Kong. Se il ban fosse davvero totale, la situazione cambierebbe, incrinando definitivamente le relazioni tra i due Paesi.
Negli ultimi tre anni TikTok ha speso più di 1,5 miliardi di dollari per lavorare al "Progetto Texas", un piano di ristrutturazione aziendale per salvaguardare i dati e i contenuti degli utenti statunitensi dall'influenza cinese, attraverso una partnership con il gruppo americano di software cloud Oracle. L'unità indipendente, che ha volontariamente eliminato i dati americani, è già operativa, ma non è riuscita a convincere i legislatori statunitensi che l'app è sicura.
Gli esperti di sicurezza informatica hanno individuato nella capacità di TikTok di tracciare la posizione degli utenti, gli elenchi di contatti, i dettagli personali e gli indirizzi IP, e in una clausola della sua politica sulla privacy che consente di raccogliere dati biometrici, tra cui impronte del volto e vocali, i potenziali rischi per la privacy e la più ampia sicurezza nazionale. Tuttavia, diversi ricercatori sulla privacy hanno concluso che TikTok non raccoglie più dati di altri social network tradizionali.
L'amministratore delegato di TikTok, Shou Zi Chew, ha dichiarato pubblicamente che il governo cinese non ha mai chiesto a TikTok i suoi dati e che rifiuterebbe una simile richiesta. Tuttavia, ha ammesso che i dipendenti di ByteDance, con sede in Cina, potrebbero avere accesso ad alcuni dati statunitensi provenienti dall'applicazione. Si teme inoltre che la capacità di Pechino di accedere agli algoritmi di TikTok possa consentirle di influenzare ciò che gli utenti vedono sulla piattaforma, anche spingendo la disinformazione e la propaganda, il che sarebbe un problema particolarmente significativo durante un anno elettorale negli Stati Uniti.
Sappiamo però che queste, al momento sono supposizioni. Una cosa è certa: le relazioni tra Cina e Stati Uniti dipendono, in parte, da un’app che è stata spesso sottovalutata.