Eric Adams: ascesa e caduta
La parabola discendente del sindaco poliziotto di NYC, dalle aspirazioni riformiste fino alla svolta securitaria
È un placido 22 giugno quando Eric Adams, Presidente del distretto di Brooklyn ed ex poliziotto, sbaraglia i suoi avversari alle primarie Democratiche di New York City. Da quel momento in poi la scalata di Adams al ruolo di sindaco si fa molto più semplice, complice la debolissima campagna dell’avversario Curtis Sliwa, eccentrico personaggio legato all’organizzazione di vigilantes “Guardian Angels”.
Adams risulta il candidato più votato dai quartieri popolari ed etnici della città, riscuotendo particolare successo nella comunità afroamericana, al netto di una campagna pesantemente incentrata su tematiche securitarie e portata avanti sullo sfondo di una nuova ondata di crimine. Celebrato come “the people’s candidate”, il candidato della gente, e icona di uno stile di politica più vicino alla realtà dei quartieri periferici di NYC, tre anni dopo Adams risulta tuttavia essere uno dei sindaci newyorchesi meno popolari di sempre, mentre all’orizzonte si profilano diversi sfidanti appartenenti all’ala progressista dei dem. Anche qui la percezione della sicurezza ha la sua parte.
Adams nasce in una famiglia operaia di Brooklyn nel 1960. Vive una giovinezza scapestrata e costellata da diversi guai con la polizia, culminata con un arresto per violazione di domicilio. Una volta portato in stazione, il giovane Adams viene picchiato brutalmente da un gruppo di agenti di polizia bianchi. Lo salva solo il tempestivo intervento di un poliziotto nero, che sottrae il ragazzo dalle violenze e lo ispira a prendere una direzione migliore. Adams termina con profitto gli studi liceali e s’iscrive al college con in mente una carriera nelle forze di polizia, sognando di riformare la NYPD dal suo interno.
Da poliziotto, Adams scala rapidamente i ranghi. Dimostra una spiccata capacità a immergersi nel contesto sociale delle parti degradate della città, portando avanti iniziative di community policing che, a volte, lo portano a interagire con personaggi di dubbia estrazione quali Louis Farrakhan, storico leader del gruppo suprematista nero Nation of Islam. Negli anni ’90, raggiunto il grado di capitano, inizia ad esporsi sempre di più nella scena politica cittadina, appoggiando il sindaco dem David Dinkins e formando un’associazione di poliziotti afroamericani volti a combattere il razzismo nelle forze di polizia. All’inizio degli anni 2000, Adams critica ferocemente la politica di Stop and Frisk voluta dal nuovo sindaco Michael Bloomberg, che incoraggiava gli agenti della NYPD a perquisire qualsiasi individuo ritenuto “sospetto”, portando a un numero spropositato di perquisizioni ai danni di giovani afroamericani e ispanici.
Adams viene sospeso dalla forza di polizia per via degli attacchi al sindaco, ma decide di lasciare direttamente la carriera nelle forze dell’ordine per candidarsi al senato dello stato di New York, organismo in cui viene eletto nel 2006 e dove si impegna principalmente nel varare legislazione per contrastare il gioco d’azzardo e la violenza a mano armata. La sua carriera fa un salto in avanti notevole quando riesce a farsi eleggere presidente del distretto di Brooklyn, posizione esecutiva attraverso cui promuove programmi di rinnovamento edilizio e avanzamento professionale per le parti più disagiate del quartiere.
Candidatosi alle primarie democratiche cittadine nel 2021, Adams fa leva sulla sua esperienza in polizia per proporsi come candidato duro sul crimine, opponendosi al movimento Defund the Police sorto nelle proteste susseguenti l’omicidio di George Floyd per mano del poliziotto Derek Chauvin nell’estate del 2022. Nel fare ciò, rinnega alcune sue posizioni storiche, quali l’opposizione alle politiche di perquisizione dell’amministrazione Bloomberg, e ricava diverse accuse di opportunismo che non fermano la sua cavalcata verso il municipio, sorretto da una variegata coalizione di sindacati, dal ceto medio afroamericano e da uomini d’affari legati al mondo dell’immobiliare. Gli elettori vedono in Adams un volto rassicurante e vicino alle realtà working class, a differenza di figure legate all’élite politica della città come Kathryn Garcia e la progressista Maya Wiley. Grazie al sistema di ‘voto alternativo’ adoperato nelle primarie, Adams riesce anche a surclassare Andrew Yang, già resosi noto per le sue idee eccentriche durante le primarie dem per le presidenziali 2020.
Una volta diventato sindaco, Adams mantiene la sua promessa elettorale di reintrodurre i Neighbourhood Safety Teams, squadre di poliziotti in borghese specializzati nel contrastare le gang di strada. Gli ‘NST’ erano stati rimossi dal precedente sindaco Bill de Blasio a causa di una serie di incidenti violenti di cui si erano resi protagonisti, inclusa la morte per strangolamento di Eric Garner nel 2014. Il sindaco ribatte alle critiche sostenendo che le nuove squadre di polizia saranno composte soltanto da ‘personale selezionato’ ed esperto. Contemporaneamente, inaugura una controversa politica di rimozione fisica dei senzatetto dalle strade della città, obbligando una fetta sostanziale della popolazione homeless di New York a trattamenti sanitari forzati: Adams sostiene che la principale causa del problema di senzatetto in città è legato al sottosviluppo dei servizi di igiene mentale, e dipinge i ricoveri forzati come un grande passo in avanti per la tutela dei newyorchesi più deboli.
La mano pesante di Adams si manifesta di nuovo quando, nell’autunno del 2023, circa 100mila richiedenti asilo arrivano dalla frontiera meridionale degli Stati Uniti e si riversa nelle strutture ricettive di New York, in parte a causa della decisione di diversi Governatori repubblicani di organizzare autobus per trasferire queste persone nelle grandi città liberal della East Coast. Adams critica la mancanza di supporto da parte del governo federale e della governatrice dem dello stato Kathy Hochul, e inizia una serie di strette contro le organizzazioni benefiche che si occupano di accogliere i richiedenti asilo. Tra le varie azioni intraprese, Adams introduce un controverso limite di 30 giorni alla permanenza nelle strutture ricettive, mossa che fa riversare una parte sostanziale della popolazione migrante in strada. Riceve anche in quest’occasione critiche per il suo stile di governo autoritario, a cui ribatte sostenendo che l’ondata di migranti rischia di distruggere New York.
Nonostante altre iniziative di cui si fregia, quali la rapida riapertura delle scuole nel post-COVID e il tentativo di ripristinare le finanze pubbliche della città, la popolarità di Adams cala a picco, anno per anno. L’ondata di crimine partita nel 2021 non viene fermata (anche se New York rimane tra le città meno pericolose degli Stati Uniti), la sua gestione della popolazione migrante e dei senzatetto rimane controversa e, soprattutto, il tentativo di rimpinguare le casse dell’amministrazione cittadina culmina con una serie di tagli estensivi ai servizi pubblici, inclusa la polizia.
Per ironia della sorte Adams, partito come un avversario del movimento Defund the Police, è costretto nel 2023 a razionalizzare le risorse della NYPD, chiudendo ben cinque accademie di polizia. I tagli del sindaco-poliziotto intaccano anche il corpo dei pompieri, l’edilizia pubblica e il sistema di educazione prescolastica della città. Nonostante un parziale ripristino dei fondi tagliati ad aprile di quest’anno, la austerity Adamsiana scava un solco profondo tra il sindaco e la sua base elettorale, ormai quasi totalmente alienata salvo una piccola maggioranza relativa di cittadini afroamericani.
Manca ancora un anno alle prossime elezioni cittadine, ma la posizione di Adams continua ad apparire sempre più barcollante, mentre personalità legate alla sinistra dem quali il senatore statale Zellnor Myrie pianificano di sfidarlo alle primarie. Stretto tra i fuochi incrociati dell’amministrazione quotidiana di una città complessa quale New York e dallo scarso sostegno ricevuto dal suo partito, su Adams incombe anche un'altra scure: un’investigazione federale che collega “il candidato della sicurezza” a un giro di corruzione e mazzette portato avanti dallo stato turco proprio all’indomani delle elezioni cittadine 2021.