Ella Fitzgerald, The First Lady of Song
Soprannominata "The First Lady of Song", Ella Fitzgerald è stata la cantante jazz più ammirata e venerata degli Stati Uniti per oltre mezzo secolo.
La straordinaria carriera di Ella Fitzgerald - anche conosciuta come “The First Lady of Song” - può essere definita una vera e propria epoca musicale. L’artista ha collezionato ben 13 premi Grammy e venduto oltre 40 milioni di album e la sua voce flessibile, ampia, precisa e senza età, le ha permesso di spaziare tra ballate appassionate, dolci melodie jazz e di imitare con maestria ogni strumento musicale.
Non solo; ha condiviso il palco con un elenco impressionante di leggende del jazz, che va da Duke Ellington, Count Basie e Nat King Cole, a Frank Sinatra, Dizzy Gillespie e Benny Goodman. O meglio, qualcuno potrebbe dire che tutti i grandi del jazz hanno avuto il piacere di lavorare con Ella.
Il debutto quasi per caso
Ella Jane Fitzgerald nasce a Newport News, in Virginia, il 25 aprile 1917. Il suo debutto musicale avvenne quasi per caso quando, vincendo in un sorteggio settimanale dell’Apollo Theatre l'opportunità di partecipare a una serata amatoriale. Una volta sul palco, si esibì con"Judy" di Hoagy Carmichael e, nonostante gli scetticismi iniziali, riuscì a incantare il pubblico, che alla fine le chiese addirittura un bis. Con questa esibizione catturò l’attenzione del sassofonista e arrangiatore Benny Carter, che la presentò a figure chiave per il lancio della sua carriera.
Nel 1936 incise il suo primo disco “Love and Kisses” con l'etichetta Decca, ma la vera svolta avvenne nel 1938: a soli 21 anni, Ella registrò una versione giocosa della filastrocca “A-Tisket, A-Tasket” e l’album vendette 1 milione di copie, raggiunse il primo posto e rimase in classifica per 17 settimane. Improvvisamente, Ella Fitzgerald era famosa.
L’incontro con Norman Granz
Nel 1946, durante una tournée con la band di Dizzy Gillespie, si innamorò del bassista Ray Brown, che sposò . Ray all'epoca lavorava per il produttore e manager Norman Granz, che riconobbe il talento vocale di Ella e divenne a sua volta suo manager. Nel circuito delle tournée era noto che Norman Granz era molto sensibile ai diritti civili e richiedeva un trattamento equo per i suoi musicisti, indipendentemente dal loro colore. Si rifiutava di accettare qualsiasi tipo di discriminazione negli alberghi, nei ristoranti o nelle sale da concerto, anche quando viaggiavano nel profondo Sud.
I riconoscimenti
I riconoscimenti per Ella furono numerosi. Nel 1974, si esibì a New York con Frank Sinatra e Count Basie e, soli cinque anni dopo, venne inserita nella Down Beat Hall of Fame e ricevette il Kennedy Center Honors per il suo continuo contributo alle arti.
Nel 1987 il Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan le conferì la National Medal of Arts, mentre alcuni anni dopo la Francia le attribuì il premio di Commendatore delle Arti e delle Lettere. Molte università, invece, tra cui Yale e Dartmouth le assegnarono dottorati onorari.
L’amore per i bambini e i primi segnali della malattia
Al di fuori dell'arte, Ella aveva un profondo interesse per il benessere dei bambini. Faceva spesso generose donazioni a organizzazioni per giovani svantaggiati, sebbene questo aspetto della sua vita fosse raramente pubblicizzato.
Nel settembre del 1986, fu sottoposta a un intervento di quintuplo bypass coronarico. I medici le sostituirono anche una valvola del cuore e le diagnosticarono il diabete. La stampa diffuse la voce che non sarebbe mai stata in grado di cantare di nuovo, ma Ella dimostrò che si sbagliavano: tornò sul palcoscenico e proseguì con un programma esaustivo. Il suo ultimo concerto avvenne ben cinque anni dopo l’intervento, alla rinomata Carnegie Hall di New York.
Tuttavia, con l'aggravarsi degli effetti del diabete, fu costretta a farsi amputare entrambe le gambe fin sotto le ginocchia per gravi problemi circolatori. Non si riprese mai completamente dall'intervento e fu in grado di esibirsi molto raramente.
Ella morì il 15 giugno 1996 nella sua casa di Beverly Hills lasciando un vuoto incolmabile nel mondo della musica americana e non solo. Qualche ora dopo la sua morte, tutto il mondo cominciò a commemorarla. Una corona di fiori bianchi si trovava accanto alla sua stella sulla Hollywood Walk of Fame e un cartellone fuori dal teatro Hollywood Bowl recitava: "Ella, ci mancherai".