Come funzionano le elezioni USA?
Piccola guida iniziale per capire cosa ci aspetta in questo 2024
Oggi, ufficialmente, si aprono le danze per le Presidenziali americane 2024 con i primi caucus Repubblicani in Iowa, che apriranno alle 19 ora locale. Un viaggio lungo e tortuoso che andrà avanti per tutto l’anno, fino al fatidico 5 novembre, data prescelta per l’Election Day che decreterà il nome del quarantasettesimo Presidente degli Stati Uniti.Â
I pronostici danno come quasi certa una seconda sfida Biden vs Trump, come nel 2020, ma prima di arrivarci sia Repubblicani che Democratici devono rispettare delle tappe precise. Come funzionano quindi le Elezioni Presidenziali americane? Quali sono le tappe e le fasi da rispettare, prima della sfida finale che ci terrà tutti con il fiato sospeso per giorni, se non settimane?
Ecco qui per voi una breve guida sui fondamentali di queste elezioni, per conoscere più da vicino una delle sfide più attese di quest’anno.
Il calcio d’inizio: la campagna elettorale
Vi siete accorti che circa qualche mese fa avete iniziato a sentire di candidati Repubblicani (soprattutto quelli), candidati Democratici, di chi si ritira, chi rimane in corsa e dibattiti? Un anno prima delle elezioni, i candidati dei principali partiti lanciano le loro campagne elettorali. Le squadre si formano e i candidati iniziano a viaggiare per il Paese cercando di convincere gli elettori a votarli, partecipano a dibattiti televisivi per sostenere le loro posizioni su temi cari all’elettorato e si iniziano dunque a mettere le basi per quelle che sono poi le battaglie calde e battute tra i due candidati che vinceranno le rispettive primarie.
La prima fatica: primarie e caucus
Come detto sopra, febbraio è il mese in cui partono ufficialmente le primarie e i caucus di entrambi i partiti, in cui i candidati puntano a ottenere il favore dei membri di essi. Qual è la differenza tra caucus e primarie? I caucus sono incontri formali tra i candidati del partito ed avvengono in luoghi pubblici, come scuole o chiese. La votazione avviene dopo che i candidati (o dei loro rappresentanti) hanno tenuto un breve discorso sul programma. Le primarie invece possono essere chiuse, in cui votano i membri del partito direttamente, e aperte, in cui tutti i cittadini possono votare. Questa fase quest’anno durerà dal 15 gennaio fino all’11 giugno.
Decretare il vincitore: le Convention Nazionali
L’ufficializzazione del candidato vincitore per entrambi i partiti avviene durante una Convention Nazionale, in cui i delegati generalmente confermano la scelta basandosi sui risultati delle primarie e dei caucus. A sua volta la persona prescelta sceglie un/una Vicepresidente che seguirà la corsa verso l’Election Day. Le Convention si terranno tra luglio e agosto: quella Repubblicana dal 15 al 18 luglio a Milwaukee, Wisconsin e quella Democratica dal 9 al 12 agosto a Chicago, Illinois.
La fase finale: l’Election Day e il Collegio Elettorale
Il 5 novembre i cittadini statunitensi saranno chiamati finalmente chiamati a votare per il Presidente e il Vicepresidente. Nella realtà dei fatti votano effettivamente per un gruppo di elettori, quelli che spesso sentite chiamare Grandi Elettori, che rappresentano i candidati nei loro Stati, che compongono il Collegio Elettorale. In totale sono 538, pari alla somma dei 100 Senatori (due per Stato) e dei Deputati, 435 assegnati in proporzione ai residenti di ciascun Stato, oltre che dei 3 rappresentati dello Distretto di Columbia, dove si trova la capitale Washington D.C. I Grandi Elettori votano in dicembre e il candidato che riceve la maggioranza assoluta, cioè 270 voti elettorali, vince la Presidenza. In Maine e in Nebraska la situazione è un po’ diversa: infatti, se normalmente il candidato che ottiene la maggioranza dei voti in uno Stato li guadagna, in questi due stati si seguono altre regole, legiferate a livello locale, che di solito seguono criteri di proporzionalità . I Grandi Elettori devono per forza votare per il candidato vincitore? No, teoricamente possono rifiutarsi, votandone un altro. Tuttavia, il vincolo di mandato esiste solo in alcuni stati, in cui essi possono avere conseguenze anche penali. Può succedere inoltre che nessun candidato non ottenga la maggioranza assoluta dei Grandi Elettori? Certo, c’è un precedente: quello del 1824, dove fu il Congresso a decretare la vittoria di John Quincy Adams sullo sfidante Andrew Jackson, nonostante Jackson avesse conquistato la maggioranza relativa del voto popolare.
Una volta decretato il vincitore, con una sessione plenaria del Congresso e la conferma da parte del Presidente del Senato (il precedente Vicepresidente) la nuova amministrazione si può insediare, con una cerimonia che si svolge davanti al Campidoglio il 20 gennaio.