Come festeggiano il Capodanno alla Casa Bianca?
Per decenni i presidenti americani si rendevano disponibili ai visitatori della Casa Bianca una volta all'anno: una prova impegnativa, anche fisicamente
Per lungo tempo, inaugurare il nuovo anno alla Casa Bianca ha rappresentato una tradizione dallo spirito puramente americano, in grado di riunire nello stesso edificio comuni civili e funzionari di alto rango, tra ufficiali di governo, militari e corpi diplomatici. Per 131 anni, dal 1801 al 1932, i diversi Presidenti degli Stati Uniti che si sono succeduti come inquilini al 1600 di Pennsylvania Avenue hanno dato concretezza alla promessa americana di uguaglianza aprendo le porte del centro del potere esecutivo a chiunque. Per un solo giorno all’anno, ogni differenza istituzionalizzata di classe e genere veniva livellata con una stretta di mano: ci si aspettava, infatti, che il Presidente e la First Lady stringessero la mano a ogni partecipante sino al loro esaurimento.
Una pratica particolare quella della stretta di mano, lungamente analizzata dagli storici della Casa Bianca risaliti poi al Presidente Jefferson, ritenuto responsabile di aver introdotto il gesto in questione come simbolo di piena accoglienza dei visitatori dello Studio Ovale, in sostituzione del classico inchino. Per più di cento anni stringere la mano al Presidente ha rappresentato il centro delle discussioni mondane e festive della capitale portando anche a record storici, come quello del Presidente Taft: nei ricevimenti organizzati dal 1910 al 1913, Taft strinse la mano ogni primo gennaio ad un ritmo di 40 persone al minuto, uno spettacolo definito dalla stessa First Lady Hellen Herron Taft una “prova terribile”.
Una promessa e speranza di rinnovamento della durata di ventiquattro ore tramandata di anno in anno, fino alla sospensione della New Year’s Reception nel 1932 per decisione del Presidente Hoover, ufficializzata poi dal Presidente Franklin D. Roosevelt. Un evento che, per l’appunto, avrebbe faticato ad avere un seguito durante il mandato di quest’ultimo, data la riservatezza mantenuta dal Presidente rispetto alle personali condizioni fisiche. A segnare la fine della tradizione, anche gli sviluppi connessi alla Grande Depressione: il malessere economico che stava affliggendo la nazione avrebbe rischiato di trasmettere nell’immaginario collettivo internazionale e propagandistico l’idea che quelle lunghe code di americani desiderosi di incontrare il Presidente fossero in realtà motivate da fame, disperazione ed elemosina presidenziale di un tocco di pane.
The People’s House
La New Year’s Reception è stata, soprattutto all’inizio del XX secolo, un evento capace di occupare i giornali della capitale per settimane e di attirare più di sei mila persona in attesa fuori dalla Casa Bianca, quando la tradizione di passare il primo giorno dell’anno con il Presidente degli Stati Uniti aveva ormai fatto il suo ingresso, con una sorta di automatismo, nell’agenda festiva di ogni abitante di Washington DC.
Non c’è stato anno, fino al 1932, in cui testate come il New York Times non riservassero una parte dei propri spazi all’evento, anticipando corpose previsioni sul numero dei partecipanti e sulla durata media dell’evento. Dalle sette mila persone in attesa fuori dalla Casa Bianca per stringere la mano al Presidente Harding alle scelte stilistiche dei partecipanti, la New Year’s Reception ha modellato il modo in cui la Presidenza degli Stati Uniti ha interagito con la propria cittadinanza per gli anni a venire – anche in mancanza dell’evento mondano stesso.
L’evento, sin dalla sua ideazione da parte del Presidente Adams, ha contribuito a rinsaldare l’immagine di un Presidente impegnato a lavorare per il popolo e che la sua “casa” appartenesse inderogabilmente a quest’ultimo. Tuttavia, il fatto che una delle Reception storicamente più rilevanti sia stata proprio quella tenuta dal Presidente Lincoln nel 1863 ci ricorda che anche in occasione di eventi come questo, il concetto di popolo americano - di chi si celi dietro quel costituzionalmente fondamentale “We, The People” - è stato oggetto di lunga disputa.
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Anno nuovo, stesse discriminazioni
L’unica “differenza” a mantenersi viva in quella stretta di mano, nonostante gli sforzi emancipatori della Guerra Civile, fu proprio quella legata al costrutto della razza. Il Proclama di Emancipazione venne firmato dal Presidente Lincoln proprio il 1° gennaio 1863, dopo che quest’ultimo aveva onorato i tradizionali impegni dell’anno nuovo stringendo le mani a tutti gli americani venuti in visita alla Casa Bianca. Secondo diverse ricostruzioni storiche e testimonianze dirette – tra cui quella del pittore presidenziale Francis Carpenter – Lincoln manifestò particolare turbamento con riguardo ai tremori di una mano sfiancata e che avrebbe invece dovuto firmare l’ordine esecutivo per l’emancipazione degli schiavi senza alcuna esitazione: un Proclama così storico, contenente “tutta l’anima” del Presidente richiedeva, per l’appunto, massima fermezza e convinzione.
Dall’anno successivo, i cittadini Afroamericani degli Stati Uniti avevano pensato di poter iniziare ad animare la tradizione della New Year’s Reception partecipando e stringendo la mano al Presidente, dando continuità allo spirito e alla solennità con cui Lincoln aveva promesso libertà e uguaglianza. Tuttavia, negli anni successivi al Proclama di Emancipazione, gli ufficiali della Casa Bianca continuarono a rispettare le vecchie usanze figlie della Schiavitù, volte a tenere gli Afroamericani lontani dai ricevimenti presidenziali. Il 1° gennaio 1866, sotto la presidenza Johnson, vennero riservati solamente 15 minuti ai “fratelli di colore […] deliziati dall’opportunità di prendere posto tra gli uomini”. Secondo testate come il Boston Commonwealth, gli Afroamericani in attesa vennero ammessi tra le mura della Casa Bianca, ma non accolti da Johnson: “le persone di colore non sono state "ricevute" dal Presidente il giorno di Capodanno: quando sono state ammesse, mezz'ora dopo che gli altri ospiti si erano ritirati, il Presidente era nei suoi appartamenti privati e i neri avevano solo le stanze pubbliche da guardare”.
La polizia, favorendo l’ingresso dei cittadini bianchi e ritardando quello degli Afroamericani dichiarò a più riprese di star solo eseguendo ordini ufficiali, volti a tenere in vita una sorta di “linea del colore” alla Du Bois, ma che non ha fatto altro che rinsaldare una evidente esclusione nera dai benvenuti alla Casa Bianca, oltre che dal “popolo” a cui la Costituzione si riferisce e a cui quella casa dovrebbe pienamente e ugualmente appartenere.