Chi ha vinto e chi ha perso nelle elezioni locali Usa del 2023?
In una tornata elettorale importante sembra sempre più chiaro che il Partito Democratico debba affidarsi alla difesa del diritto all'aborto per portare le persone al voto
L’ultima settimana era stata particolarmente difficile per il Partito Democratico; nel weekend un sondaggio esclusivo di Siena College per il New York Times aveva certificato che, a oggi, Biden starebbe inseguendo Trump in quasi tutti gli Stati chiave, diventando per la prima volta da quando è diventato Presidente ufficialmente sfavorito per la rielezione. Questo ha generato un numero importante di editoriali da parte di giornalisti e figure importanti del mondo progressista che hanno chiesto a Biden di riconsiderare la certezza granitica della sua candidatura; lo stesso David Axelrod, già consulente politico di Barack Obama, su X ha posto incertezze sull’attuale Presidente. Dallo staff della Casa Bianca è subito partita una mail per tutti i sostenitori, con l’intestazione “Le persone votano, non i sondaggi”, a rimarcare che quello che stava succedendo nel mondo mediatico non era la prima preoccupazione di Biden.
Martedì si è votato nuovamente, e il Presidente ha in parte avuto ragione: sono andati alle urne molti cittadini, in particolare quelli di Kentucky e Mississippi per eleggere il loro Governatore, quelli della Virginia per rinnovare entrambe le camere statali e quelli dell’Ohio per un importantissimo referendum che aveva il compito di porre il diritto all’aborto in Costituzione. In Kentucky Andy Beshear, governatore uscente del Partito Democratico, ha prevalso in maniera piuttosto facile sul suo sfidante, il Repubblicano Daniel Cameron, con 5 punti percentuali di distacco (nel 2019 aveva sconfitto l’uscente Bevin di solo mezzo punto), in Mississippi i Repubblicani hanno mantenuto il controllo dello Stato con la riconferma di Tate Reeves, in Virginia i Democratici hanno non solo mantenuto il Senato, ma anche ottenuto il controllo della Camera e in Ohio il diritto all’aborto è stato posto in Costituzione con una vittoria a valanga di ben 13 punti percentuali, rendendolo il primo Stato a controllo Repubblicano a proteggere la possibilità di interruzione di gravidanza.
Questi risultati nettamente favorevoli al Partito Democratico – se si esclude la sconfitta in Mississippi, Stato in cui però le attese non erano di vittoria – non devono tenere tranquillo il Presidente. Negli ultimi mesi Biden aveva dato motivo di far credere che avrebbe costruito la sua campagna per la rielezione sui risultati economici che aveva raggiunto da quando ha preso il controllo dell’esecutivo: a questo serviva girare il Paese, visitando cantieri aperti durante il suo mandato e facendo discorsi che si basavano sul concetto di “Bidenomics”. I sondaggi pubblicati dal New York Times hanno, però, avuto esiti impietosi: negli Stati chiave Trump è solidamente avanti in doppia cifra nella gestione dell’economia rispetto al Presidente in carica.
La ventata d’aria fresca per i Democratici arriva però, nuovamente, dal diritto all’aborto: se in Ohio si votava espressamente per quello, in tutti gli altri Stati il tema è stato centrale. Glenn Youngkin, governatore repubblicano della Virginia che sperava oggi di controllare entrambe le camere statali, aveva propagandato l’idea di costruire un divieto federale al diritto di aborto a partire dalla quindicesima settimana, in una sorta di mediazione rispetto alle sei settimane che vengono votate da tutte le amministrazioni più conservatrici; nonostante questo, ha perso entrambe le camere. In Kentucky il repubblicano Cameron ha tentato in ogni modo di legare l’uscente Beshear al nome del Presidente Biden; Beshear però, figlio di un altro governatore del Kentucky, è riuscito invece a definire Cameron come un estremista antiabortista e ha vinto agevolmente la contesa. Come ha sottolineato oggi il Washington Post nella spiegazione dei risultati, solo in un mondo successivo alla fine di Roe v. Wade un Democratico può vincere un’elezione statale in uno Stato solidamente conservatore utilizzando l’aborto come argomento principale. In un mondo precedente alla storica sentenza, infatti, per mantenere otto anni il governo della Louisiana, il democratico John Bel Edwards si era ampiamente accreditato alla società come antiabortista.
Sono punti importanti per Biden, che però deve ricordarsi il basso turnout delle elezioni diverse da quella presidenziale; i votanti di basso reddito e poco interessati alla politica tendono a votare soltanto quando in gioco c’è il bottino più grosso, e sono segmenti elettorali che negli ultimi anni stanno virando sempre più massicciamente sul partito repubblicano. Oggi i democratici segnano una vittoria importante, ma è un piccolo passo rispetto a quello che sarà l’obiettivo finale; forse per mantenere la Casa Bianca l’esecutivo dovrà cambiare rotta e porre come tematica principale la difesa del diritto all’aborto e non i risultati economici per portare a votare più persone possibile. In questo avere una donna come vicepresidente può essere un vantaggio non indifferente.
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