Breve storia dei falchi rossi
L’interventismo estero dei socialisti americani: nel cuore della sinistra americana nasce un modo diverso di approcciarsi ai problemi del mondo.
L’immagine classica che abbiamo dell’attitudine della sinistra socialista americana alla politica estera del proprio Paese è quella, intramontabile, delle lunghe marce di protesta contro il coinvolgimento statunitense nella guerra del Vietnam. La lotta contro le ineguaglianze economiche e le discriminazioni sociali si sposava perfettamente, nell’ottica della New Left, con l’opposizione all’avventurismo militare di cui sia le élite conservatrici che quelle liberal erano ugualmente colpevoli. Un esercizio di bieco imperialismo volto soltanto a foraggiare il complesso militare-industriale a scapito degli investimenti nel welfare, nell’istruzione, nella sanità pubblica.
Oggi, tuttavia, tratteremo un lato insolito di questa profonda sinistra. Drammatici eventi recenti quali la ricaduta dell’Afghanistan nelle mani del regime talebano o l’aggressione illegittima dell’Ucraina per mano della Russia putiniana hanno spinto almeno un paio di personalità del socialismo democratico americano a cercare un nuovo approccio alla politica estera che non si appiattisca su schematiche datate, quale quella del campo antimperialista.
È difficile ignorare la sfilza di affermazioni discutibili da parte di colossi della sinistra quali il linguista Noam Chomsky, arrivato pericolosamente vicino all’apologia dei crimini di guerra serbi negli anni Novanta, e ora convinto sostenitore di quella scuola di pensiero che propone la resa unilaterale dello stato ucraino come via più veloce e indolore per la pace.
Il Caso Bowman
Jamaal Bowman è un rappresentante dello stato di New York, eletto per la prima volta nel 2020 nel sedicesimo distretto congressuale nel nord del Bronx. Bowman è un esponente dei Justice Democrats, organizzazione che promuove la candidatura di progressisti ee altri sandersiani nelle file del Partito Democratico, ma anche un tesserato dei Democratic Socialists of America (DSA). La DSA è la principale organizzazione politica americana di stampo socialista che nel 2021 contava quasi novecentocinquanta mila iscritti, un numero raggiunto soltanto in tempi recenti.
Come la più celebre Alexandria Ocasio-Cortez, Bowman era stato ispirato a entrare in politica dalla campagna elettorale del Senatore indipendente Bernie Sanders. Entra a far parte del raggruppamento di giovani rappresentanti progressisti di cui fa parte la stessa Ocasio-Cortez, la cosiddetta The Squad.
Tuttavia, Bowman balza subito nell’occhio pubblico per una controversia che mette in dubbio la sua aderenza ai DSA. È novembre 2021 quando Bowman partecipa a un tour dello Stato d’Israele insieme ad altri legislatori democratici, organizzato da J Street, un advocacy group filoisraeliano ma d’ispirazione liberal e sostenitore di una soluzione a due stati che permetta la convivenza pacifica tra Israele e Palestina, posizione che lo ha portato in passato a scontrarsi con il più famoso American Israel Public Affairs Committee (AIPAC), arroccato su posizioni più conservatrici e vicine alla piattaforma politica del Likud di Benjamin Netanyahu.
Nonostante le credenziali ‘pacifiste’ di J Street, la scelta di Bowman viene aspramente criticata da molti membri del DSA, la cui linea ufficiale sugli affari esteri è sempre stata tendente a quel fenomeno “campista” che, nel caso del conflitto israelo-palestinese, si traduce in un supporto serrato per la resistenza anche armata del popolo palestinese, e per l’appoggio del movimento “Boycott, Divest, Sanction” (BDS), che spinge per l’isolamento economico dello stato ebraico. La situazione non migliora quando il nome di Bowman risulta essere nella lista di rappresentanti che hanno votato a favore del rifinanziamento di Iron Dome, il sistema missilistico adoperato da Israele per abbattere i razzi artigianali lanciati da Hamas e altri gruppi militanti.
Bowman viene in particolare accusato di aver adottato queste posizioni per fidelizzare l’elettorato ebraico, particolarmente influente nel suo collegio. Trovandosi di fronte anche a una tentata mozione di espulsione dall’organizzazione, è costretto a rassicurare i DSA sulle sue credenziali progressiste, opponendosi per esempio alla sponsorizzazione degli Accordi di Abramo, una serie di trattati di normalizzazione tra Israele e diverse monarchie del golfo arabo dal carattere autoritario o altresì irrispettoso dei diritti umani.
La polemica, tuttavia, non intacca le convinzioni di Bowman, che all’indomani dell’invasione russa d’Ucraina vota in favore dei vari provvedimenti varati dal Congresso per supportare le forze armate del Paese est-europeo. In una dichiarazione ufficiale, il rappresentante socialista difende l’importanza della NATO come strumento per assicurare la sicurezza dei paesi democratici e condanna apertamente l’aggressione russa, una posizione ben diversa da quella adottata dai DSA, che descrivono il conflitto come una guerra scaturita anche da interferenze imperialiste statunitensi e dall’espansione della NATO.
Superare il campismo
La posizione di Bowman non è un unicum nella storia del socialismo americano. Decadi prima, l’attivista LGBTQ+ afroamericano Bayard Rustin era diventato celebre per le sue idee interventiste e antisovietiche: senza mai abbandonare il suo credo socialista, Rustin riteneva l’URSS di Brezhnev una dittatura degenere volta alla soppressione delle proprie minoranze e allo sfruttamento violento dei Paesi del terzo mondo, sedotti con un uso disonesto della retorica marxista.
I casi sparuti ma non isolati di Bowman, Rustin e anche di tanti ex-socialisti convertitisi poi al pensiero neoconservatore, quali Jeane Kirkpatrick, fanno riflettere. Nella sinistra mondiale come in quella americana, la tendenza ad abbandonarsi alle schematiche campiste è ancora forte, portando a quello che l’attivista siriana Leila al-Shami definiva “Antimperialismo degli Idioti”: una reticenza a condannare le atrocità compiute da dittatori e regimi ostili agli Stati Uniti e al mondo occidentale, che finisce per la sinistra antimperialista speculare agli isolazionisti di estrema destra. Non è difficile constatare che, tolte le dovute differenze ideologiche, la retorica adottata dai DSA sulla questione Ucraina non sia dissimile da quella dell’anchorman trumpista Tucker Carlson.
È possibile che i timidi ma precisi scostamenti compiuti da personalità come Jamaal Bowman possano essere le avvisaglie di un risveglio intellettuale della sinistra socialista, una spinta a comprendere meglio il mondo circostante e i suoi repentini cambiamenti senza assottigliarsi a narrazioni stantie che vedono le forze oscure dei servizi segreti e dei potentati occidentali dietro il comportamento e le scelte dei popoli stranieri, quali la rivoluzione di Euromaidan nel 2013. Una strada, ad ogni modo, ancora tutta da percorrere.
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