Boomer in pensione: il manifatturiero Usa fatica a rimpiazzare gli operai
Nonostante le promesse e le iniziative promosse dal presidente Donald Trump, gli Stati Uniti hanno enormi problemi a trovare persone disposte a fare lavori manuali

Durante la campagna elettorale per le elezioni a Presidente degli Stati Uniti dello scorso anno, Donald Trump aveva ricevuto molti consensi anche da parte degli operai che, fino a poco tempo prima, erano soliti votare per il Partito Democratico. Il numero di operai presenti negli Stati Uniti oggi sta però diminuendo significativamente, con la generazione dei baby boomers che sta man mano andando in pensione e con i giovani lavoratori che non vogliono più fare questo tipo di mestiere. Secondo l’Ufficio di Statistica del Lavoro statunitense, ci sono circa 400.000 posti di lavoro da operai vacanti che non si riescono a riempire. Il problema potrebbe avere conseguenze ancora più gravi, qualora si decidesse di produrre sempre meno all’estero per aumentare la filiera made in USA.
Le misure restrittive sull’immigrazione rappresentano un’ulteriore criticità alla mancanza di persone da impiegare in lavori da operai: molto spesso, infatti, le persone espulse avrebbero potuto ricoprire questi ruoli, contribuendo a diminuire la problematica dell’industria manifatturiera e allo stesso tempo garantendosi la possibilità di restare sul territorio statunitense.
Molte imprese hanno poi la necessità di essere competitive a livello globale. Per poter essere efficienti, le aziende hanno quindi bisogno di dipendenti che conoscano in modo impeccabile strumenti e software, che possono essere anche molto avanzati. Il loro utilizzo può però difficilmente essere insegnato a chi esce direttamente dalla high school e che, in ogni caso, tende a preferire un percorso universitario al lavoro manuale.
È rilevante anche la criticità del cosiddetto mismatch tra quello che si studia all’università e quello che richiedono invece le aziende: negli Stati Uniti, come nel resto del mondo, soprattutto in Italia, ci sono moltissimi laureati che non trovano un lavoro in linea al proprio percorso accademico e molte aziende che non riescono ad assumere persone per il ruolo che ricercano, dando luogo a un’inevitabile situazione stagnante in cui nessuno ottiene quello che vuole.
Con l’incremento dell’intelligenza artificiale (IA), sta ulteriormente aumentando la richiesta di operai e tecnici per gestire il raffreddamento dei centri dati, ossia le strutture fisiche che ospitano i sistemi informatici e i componenti come server e dispositivi di archiviazione che fanno funzionare l’IA stessa. Per ogni centro dati, si stima infatti che siano richiesti circa quattro operai.
Per cercare migliorare la situazione, l’amministrazione Trump ha provato a lanciare l’iniziativa Make America Skilled Again, che unifica vari programmi di formazione professionale esistenti e prevede fondi federali per gli Stati che rispettano determinati criteri, destinando almeno il 10 per cento agli apprendistati. Ad aprile, Trump ha anche firmato un ordine esecutivo proprio per avviare un milione di apprendistati registrati, ma l’obiettivo è allo stesso tempo incerto e ambizioso, a causa del taglio di 1,6 miliardi di dollari per la formazione professionale presente nel disegno di legge di bilancio.