Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata
La prima opera del comico statunitense Raphael Bob-Waksberg (ideatore di BoJack Horseman) è un libro di racconti. E parla d’amore. In diciotto modi diversi.
Ladies and gentlemen,
welcome aboard the Jefferson Bookplane, la rubrica di Jefferson sulla letteratura americana (ma restiamo umili).
Lo so, lo so. Anche se non posso vedere i vostri volti, non significa che non sappia che alcuni di voi staranno storcendo il naso perché “i-racconti-non-sono-equiparabili-ai-romanzi”. E avete perfettamente ragione, infatti. Perché sono due cose diverse.
E poi questi sono di Raphael Bob-Waksberg, mi spiego?
Il creatore di BoJack Horseman
Tra poco meno di un mese, Raphael Bob-Waksberg compirà 38 anni.
Nato a San Mateo in una famiglia ebrea, il comico, sceneggiatore, produttore televisivo e attore statunitense è cresciuto a Palo Alto, in California. A scuola non se la cavava benissimo, probabilmente a causa del suo disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) che, in ogni caso (e per fortuna), gli ha ugualmente permesso di esprimere tutto il suo brillante talento – influenzato anche da serie come The Simpson, Seinfeld e The Larry Sanders Show.
BoJack Horseman, la serie d’animazione satirica che mette insieme umani e animali antropomorfi e che ha visto la partecipazione di star del calibro di Paul McCartney, Daniel Radcliffe e Henry Winkler, lo ha reso celebre.
Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata è la sua prima pubblicazione.
Un insolito solito tema
Allora, un’altra cosa che ho imparato sull’amore è che peggio di qualcuno che dice «Senti» c’è solo qualcuno che dice «Ho dei dubbi».
p. 30
Se siete nel mood “Amore? Grazie, ma no grazie”…Tranquilli! Vi assicuro che potete comunque leggere e apprezzare questi diciotto racconti.
Tra i 20 e i 30 anni, Bob-Waksberg ha lavorato a “Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata” (tradotto in italiano da Marco Rossari ed edito da Einaudi con una fantastica copertina rosa shocking), buttando giù frasi “suggerite dalla voce nella sua testa”, situazioni, elenchi, senza rendersi conto di avere sotto mano un romanzo. Solo dopo anni, ha realizzato che tutti i pezzi del puzzle avevano un unico filo conduttore e che probabilmente rispondevano a una sola domanda: “Vale la pena amare?”. In alcuni racconti, sembra che la risposta sia «sì», in altri, invece, «assolutamente no». In altri, ancora, a rispondere potrà essere soltanto il lettore.
Diciotto modi diversi di raccontare uno dei temi più trattati nella letteratura e, in generale, nell’arte. Il sentimento più bello e più spaventoso: l’amore. Diciotto spunti diversi per descrivere la nostra società gloriosa e devastata e, soprattutto, riderci su. Innanzitutto, perché la sola ragione che spinge questo fantastico autore a scrivere è il divertimento, suo e del pubblico. E poi perché ogni tanto dimentichiamo che prendersi troppo sul serio nuoce gravemente alla salute.
I protagonisti dei racconti
E poi, d’improvviso, sono colpito da una verità annichilente: non è quello che facciamo a renderci ciò che siamo. È quello che non facciamo a definirci.
p. 69
Ad animare le pagine di questo libro ci sono le occasioni mancate, rappresentate da un uomo e una donna che per decenni saltano tutte le fermate della metropolitana aspettando il famoso “momento giusto” per parlarsi e conoscersi. Il matrimonio: due promessi sposi che vorrebbero un matrimonio non convenzionale ma che subiscono qualunque tipo di (op)pressione da parte della famiglia (un mini Carnage, per chi è amante del cinema). L’ipocrisia: un elenco divertentissimo di tutte le bugie che diciamo a noi stessi e agli altri (vi riconoscerete sicuramente e se non lo farete, starete mentendo). Le scelte giuste: quelle di uno scienziato che va e viene da una realtà parallela in cui si possono fare solo quelle. E poi ancora l’amore tra fratelli, tra cane e padrone, quello per la scienza, quello che si affievolisce lentamente, tutti gli scenari possibili di un incontro tra ex.
Carlos sparecchierà le due scodelle con i cereali, (…), e avvicinandosi al lavello, ti bacerà con dolcezza sulla fronte, la stessa fronte che è stata baciata con dolcezza da così tanti uomini, una lapide tra le tante in un cimitero di baci.
p. 51
Disperazione e speranza. Comicità e disagio. Ce n’è veramente per tutti. Un mix esplosivo di sincerità, stravaganza, romanticismo, ironia e tenerezza caratterizza la comicità di Bob-Waksberg che fa ridere e commuovere, distrugge e ricostruisce, scoprendo i nostri punti deboli, le paure e le insicurezze e la voglia di essere amati.
Questione di stile
(…) prova provata dell’enorme cazzata che ho combinato, prova provata delle enormi cazzate che combino sempre, prova provata del fatto che continuerò a combinare cazzate per sempre.
p. 19
Punti di vista diversi, persino dimensioni di font che cambiando, adattandosi al contenuto del racconto, uso alternato della prima, seconda e, talvolta, della terza persona singolare, fino addirittura al ricorso alla rima baciata. Descrizioni raffinatissime (e taglientissime) di quell’universo che si cela dietro “una pièce teatrale”, mondi paralleli, pagine che sembrano prese in prestito da una guida turistica (utilissima se non si vuole accidentalmente incappare in un ex fidanzato che non si è ancora del tutto dimenticato).
Non è tanto la banalità – l’amore per tutte le stagioni – a lasciarmi perplesso.
Io e te nutriamo lo stesso disincanto, nato da un sogno
a lungo represso.
Temo, come te, che l’amore ci riduca a un vuoto freddo
che anela a un pieno intero.
Se la fine è inscritta in ogni inizio, ci chiediamo,
qual è allora il senso vero?
p. 199
Sì, siamo davanti a un riuscitissimo e surrealissimo patchwork. Tutto è funzionale, tutto è necessario a comporre questi racconti eccezionali.
Non voglio influenzarvi ma vi confesso che, secondo me, a pagina 173 c’è una piccola perla.
Al di là delle nostre strambe ferite
La vita è terrificante e schiacciante e può accadere in qualsiasi momento. E quando devi affrontare la vita puoi essere codardo oppure puoi essere coraggioso, ma in ogni caso devi vivere.
Quindi tanto vale essere coraggiosi.p. 171
Mai banale, Bob-Waksberg, con l’abilità tipica dei grandi della letteratura, ci ricorda con disarmante onestà quanto sia profondamente umana (e quindi piena di fragilità) la costante ricerca di qualcuno che riesca a vedere la bellezza delle nostre strambe ferite.
In un mondo che ci vorrebbe sempre impeccabili, irreprensibili, diciamo pure perfetti in ogni circostanza, auguro a tutti noi di essere sgangherati come i personaggi di questi racconti. Auguro a tutti di avere il coraggio di essere noi stessi, anzi, “più noi stessi dei noi stessi che già siamo”, per dirla con l’autore. Personalmente, spero davvero che da qualche parte su questo pianeta sia possibile trovare qualcuno che ci ami in tutta la nostra gloria devastata. Ma voglio anche dirvi che se quel qualcuno siete voi stessi, va benissimo così. Del resto, amare sé stessi è l’inizio di un idillio che dura una vita, diceva lo zio Oscar Wilde.
Per concludere: che quest’estate andiate al mare o in montagna, che siate in ferie o meno, conviene seriamente (ma anche allegramente) tenere a portata di occhi/occhiali/lenti questi bellissimi racconti.