Un'importanza crescente: l'atteggiamento repubblicano sull'aborto
Come il graduale riposizionamento dei due partiti si è trasformato in una polarizzazione, arrivando a radicalizzare gli schieramenti.
È di poche settimane fa la bozza di un’opinione di maggioranza della Corte Suprema, uscita in esclusiva sulle colonne di Politico, che potrebbe rovesciare la storia del diritto all’aborto negli USA. Infatti, se venisse confermata, nei prossimi mesi verrebbe ribaltata la sentenza su Roe vs Wade del 1973, che da cinquant’anni garantisce il diritto all’aborto come diritto costituzionale a livello federale.
Osservando il dibattito pubblico americano sul tema, l’impressione, ormai corroborata dai fatti, è che sull’aborto si stia consumando l’ultima guerra identitaria della politica USA. Repubblicani ‘pro-life’, con al loro fianco la Corte Suprema a traino trumpiano usata come falange. Dall’altra parte i Democratici ‘pro-choice’, che provano a estendere i diritti legati all’aborto negli stati che governano, come la California, e che non sanno che pesci prendere a livello federale.
Come si è arrivati a questo punto? È sempre stato così? La risposta potrebbe sorprendere qualcuno, ma è estremamente semplice, ovvero no, non è sempre stato così. Invece, il percorso che ci ha portati a questo scontro da culture war è più complesso di quanto possiamo immaginare.
Il primo dato che può sorprenderci è che a prendere la decisione su Roe v. Wade favorevole alla tutela a livello federale dell’aborto come estensione del diritto alla privacy della donna, presente nel XIV emendamento alla Costituzione, fu una Corte Suprema all’epoca a maggioranza repubblicana. Infatti, 5 dei 7 giudici che votarono a favore erano stati nominati dai presidenti Eisenhower e Nixon.
La decisione fece esplodere il dibattito politico, stimolando un riposizionamento dei partiti arrivato fino ad oggi. Nel corso dei cinquant’anni trascorsi, molti Presidenti repubblicani e, in particolare Trump, hanno proposto nomine di giudici che potessero potenzialmente ribaltarla e, a quanto pare, questo potrebbe avvenire tra poco.
Se all’epoca quindi la distribuzione di ‘pro-life’ e ‘pro-choice’ all’interno dei partiti era trasversale, in quanto poteva essere influenzata dalle convinzioni etiche o religiose dei singoli aderenti, il dibattito scatenatosi nell’opinione pubblica spinse i due partiti principali a definire una piattaforma politica sull’argomento che fosse più facilmente comprensibile da parte dell’elettorato e, in particolare, da alcuni target specifici come i White Evangelical Protestants.
In una interessante analisi che valuta i voti parlamentari su tematiche inerenti all’aborto (come ad esempio finanziamenti pubblici o forme di supporto sanitario) tra il 1973 e il 1994, si vede chiaramente come partendo da una distribuzione simile del voto ‘pro-life’ e ‘pro-choice’ nei due schieramenti, la forbice piano piano si allarghi, posizionando infine la maggioranza dei primi voti nel campo repubblicano e dei secondi nel campo democratico.
Se dal punto di vista delle élite partitiche il percorso è molto netto, dal punto di vista del pubblico in generale e della divisione degli elettorati questa separazione è stata a lungo più sfumata. Esiste, infatti, una mole di dati raccolta nel corso dei decenni che ci dà la possibilità di leggere questa tematica in senso diacronico e vederne la progressione. La maggioranza degli americani ritiene tutt’oggi che l’aborto dovrebbe essere legale in almeno alcune circostanze – come, ad esempio, se c’è pericolo di vita per la donna o nel caso di stupro – e si tratta di un’opinione diffusa anche tra i cosiddetti ‘pro-life’ oggi posizionati principalmente nelle schiere dei repubblicani.
Per quanto riguarda invece le frange più estreme, cioè da un lato coloro che ritengono dovrebbe essere legale sempre e, dall’altro lato, coloro che ritengono che dovrebbe essere sempre illegale, a partire dai sondaggi effettuati già nel 1975 si vede come i primi siano aumentati nel gruppo degli elettori democratici e viceversa gli altri nel gruppo dei repubblicani. Questa evoluzione ci mostra in maniera plastica come il dibattito sul tema si sia radicalizzato, diventando identificativo per determinate posizioni politiche.
Sebbene, quindi, la percentuale di Repubblicani antiabortisti radicali rimanga una minoranza, un ribaltamento della sentenza Roe v. Wade prelude alla radicalizzazione delle leggi sull’aborto e alla sua messa al bando in molti stati rossi. La crescente influenza dei gruppi pro-life nel GOP negli ultimi decenni, ha fatto sì che la stragrande maggioranza degli eletti nelle loro schiere aderissero a questa visione, radicalizzando le posizioni repubblicane a livello locale e nazionale. Questa polarizzazione non solo non accenna a fermarsi, ma sta raggiungendo il suo apice, allontanando la pacificazione della società americana in vista delle prossime elezioni di Mid-term di quest’anno e delle prossime elezioni presidenziali.
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