L'America nel realismo di Bo Barlett
Teatralità, solitudine e vita quotidiana sono solo alcuni degli elementi che ritroviamo nell’arte di Bo Barlett, pittore americano residente in Georgia che racconta da sempre la sua America
James William Barlett III, rinominato Bo Barlett, nasce il 29 dicembre 1955 a Columbus, in Georgia, dove svolge ancora oggi buona parte delle sue attività artistiche. Inizia i suoi studi a Firenze e successivamente frequenta la Pennsylvania Accademy of the Fine Arts di Philadelphia, dove trova la sua strada di pittore.
Da sempre caratterizzata da una visione modernista, la carriera di Barlett inizia negli anni Settanta e si ispira a una lunga tradizione di pittori realisti, allontanandosi dalle etichette artistiche che si stavano sviluppando in quel periodo come l’astrazione, il minimalismo o l’arte concettuale. Nei suoi lavori, infatti, Barlett si ispira alla realtà americana e unisce pittura di figura, ritratti, paesaggi e nature morte all’interno di scene uniche che raccontano storie di vita quotidiana. Quello che per lui conta più di tutto è rimanere fedele al proprio temperamento parlando della sua vita, mantenendo verità e originalità. Il suo “stile narrativo” celebra il comune e il personale grazie al racconto di vere e proprie storie lasciate volutamente aperte, di modo che l’osservatore possa metterci un po’ del suo vissuto e giocare con l’immaginazione.
Le scene che osserviamo sono familiari e vicine al vissuto ordinario: bambini vestiti da Halloween, giovani donne in bicicletta, uomini in barca durante una splendida giornata di sole. Riguardano storie semplici, ma allo stesso tempo sono bloccate in momenti eterni che scatenano nello spettatore un vortice di emozioni in grado di trasportare in una dimensione psicologica quasi onirica, tipica dei grandi maestri surrealisti come Dalì, Magritte e De Chirico.
Bo Barlett è molto legato al suo Paese. Per questo cerca da sempre di guardare al cuore dell’America, alle sue tradizioni e alla sua gente, descrivendo con la pittura la bellezza che incontra sul suo cammino e nella vita di tutti i giorni. L’artista cerca di trasformare l’ordinario in straordinario, arrivando a volte a dipingere scene improbabili ma comunque non del tutto impossibili. Le sue tele vengono percepite come “multistrato”: al loro interno coesistono elementi molto distanti tra loro ma che, nell’insieme, convivono fondendosi perfettamente. Familiari e amici sono i personaggi principali dei suoi racconti, mentre gli ambienti che dipinge fanno sempre riferimento alla sua casa d’infanzia in Georgia o alla sua residenza estiva su Wheaton Island, nel Maine, anche se in generale rappresentano un concetto molto più profondo collegato alla casa archetipica, intesa quindi come modello universale, di tutti.
La maestria di Bo Barlett sta nel riuscire a combinare una tecnica classica come quella realista con una sensibilità fortemente contemporanea, creando dei dipinti a olio meticolosamente dettagliati che riescono a far trasparire un senso di nostalgia negli spettatori, anche se questi ultimi potrebbero non aver mai vissuto personalmente le scene che stanno osservando. La risposta emotiva e riflessiva da parte di chi guarda è un’altra componente fondamentale nel lavoro di Barlett. È sicuramente anche grazie all’importanza che dà al pubblico che l’autore è riuscito a costruirsi una carriera ricca di mostre personali, nazionali e internazionali. La creatività, l’incanto e l’energia che i suoi ritratti psicologici sprigionano gli permettono di distinguersi e creano una formidabile lettura dei soggetti, da cui emerge una forza emotiva discreta e trattenuta ma allo stesso tempo coinvolgente, vera e unica nel suo genere.
Le opere di Bo Barlett che osserviamo appaiono quindi come un’estensione della realtà in cui il tempo sembra rallentare. Le scenografie risultano sospese nel tempo e sono spesso affiancate da campiture piatte, oltre che dal concetto di solitudine che pervade i vari individui rappresentati dall’artista. Sono i protagonisti indiscussi del suo lavoro, nei quali tutti noi ci immedesimiamo trasportando le nostre esperienze personali nei dipinti, che si riempiono così di una singolare malinconia, lieta e drammatica allo stesso tempo.
Bibliografia:
Heartland: Paintings by Bo Barlett, 1978-2002, Marquand Books.